sabato 20 giugno 2020

Una stella in più sul cielo di "S.Siro": ci ha lasciato Mario Corso


di Carmine Viggiano
Le notti di «S. Siro» saranno ancor più luminose, da oggi in avanti. A brillare lassù in cielo, infatti, ci sarà una stella in più: quella di Mario Corso (nella foto). La notizia della scomparsa dell'ex bandiera dell'Inter è diventata di dominio pubblico questa mattina, con il mondo del calcio italiano che si è commosso nel ricordo di una delle più grandi ali sinistre della storia del «football» nazionale.
Nato a Verona nel 1941, il 25 agosto avrebbe compiuto 79 anni. Era soprannominato «Il Mancino di Dio» per le sue innate capacità tecniche e balistiche, queste ultime esibite anche e soprattutto nell'esecuzione diretta dei calci di punizione.
Tra i protagonisti assoluti della «Grande Inter» di Helenio Herrera, bi-campione d'Europa nel 1964 e '65,  è stato per 4 volte campione d'Italia (1963, '65, '66, '71), disputando 455 gare in carriera (di cui 437 in Serie A), con 80 reti all'attivo (di cui 75 nel massimo torneo nazionale). Ha indossato le maglie dell'Audace Verona (1956-57), dell'Inter (1957-1973) e del Genoa (1973-75).
Questo il ricordo affezionato dell'ex presidente nerazzurro Massimo Moratti: «Era il mio preferito della Grande Inter, ma anche mio padre lo adorava. Era un piacere vederlo giocare».
La società milanese lo ha omaggiato con un tweet: «È scomparso Mario Corso, interista, campione eterno dotato di infinita classe. Con il suo sinistro ha incantato il mondo in una squadra che ha segnato un'epoca. I pensieri e l'affetto di tutti noi vanno alla famiglia in questo momento difficile».
Domani, nella gara interna contro la Sampdoria (con calcio d'inizio fissato alle 21:45), i giocatori della «Beneamata» indosseranno il lutto al braccio in suo onore. Prima dell'avvio della contesa le due formazioni osserveranno un minuto di raccoglimento.

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