domenica 14 settembre 2014

La morte annunciata del San Carlo


Recentemente la cronaca locale e nazionale ha esaminato la vicenda del grave caso di malasanità avvenuto all’ospedale San Carlo di Potenza. I fatti sono oramai ben noti: un medico si sfoga con un collega, raccontando di aver assistito all’omicidio di una paziente. Ma oltre all’episodio, ciò che emerge chiaramente dal resoconto, è una tragica, invasiva e prepotente gestione nonché influenza della sanità da parte del potere politico. Anzitutto, ciò che si palesa agli occhi di un attento osservatore è la sistematicità delle assegnazioni delle nomine apicali a soggetti collusi e servili nei confronti del potere politico; per non parlare dei molteplici rapporti di parentela riscontrati e riscontrabili nell’organico del San Carlo (il cognome, purtroppo, non si cancella). Ma vi è di più: nella perenne lotta di potere tra medici, per primeggiare ed ottenere un eventuale primariato, non si lesinano colpi bassi: la rivelazione di un crimine diviene uno strumento di ricatto e di sopraffazione del rivale sul lavoro e non un gesto nobile di senso civico, non un atto dovuto alla collettività per rigurgito di coscienza. Vige la legge dell’homo homini lupus!
A dirla tutta lo scoppio di un simile scandalo non ci lascia per nulla sorpresi: sono anni, oramai, che la sanità pubblica e dunque anche quella potentina, nonché tutti gli enti pubblici, hanno rinunciato ad operare una selezione accurata, ponderata e meritocratica dei propri operatori per privilegiare i soliti raccomandati, i soliti noti, parenti di, figli di… il tutto a scapito della qualità.
Questi sono i frutti del clientelismo politico!
Che dire poi di coloro che sapevano ed hanno taciuto, agendo così contro la legge e contro i doveri imposti dal loro servizio? “Erano intoccabili”, come giustamente ha detto il medico autore delle rivelazioni. E lasciamo all’autorità giudiziaria l’arduo compito di attribuire responsabilità e determinare le relative sanzioni.
Di certo l’accaduto è stato tenuto nascosto a lungo tempo per non intaccare l’immagine aurea dell’azienda ospedaliera San Carlo, struttura ben lungi dall’essere un polo di eccellenza. Dubbi e perplessità sorgono anche sull’ineccepibilità dell’assistenza ai pazienti: basti pensare al mercato dell’assistenza notturna al malato che si alimenta nei reparti, ove il personale pubblicizza persone esterne pronte a prestare la propria opera al bisogno. In merito a ciò giova ribadire come numerosi ospedali del nord Italia (per esempio il Niguarda di Milano) vietino categoricamente tale prassi dell’assistenza esterna a pagamento. Che fine hanno fatto, dunque, i diritti del malato? Speriamo di vivere tutti sani e forti.

(Ilda e Smilzo)