martedì 30 giugno 2020

«Com'è morto Marco Pantani?», l'inchiesta de "Le Iene" rivela nuovi particolari sulla scomparsa del "pirata"

di Carmine Viggiano 
Sedici anni descrivono un arco temporale sufficiente a cancellare qualsiasi cosa dalla memoria, o quasi, ma non sono bastevoli a far cadere nell'oblio un campione sublime, che con le sue gesta è riuscito ad entrare nell'immaginario collettivo e ad ergersi ad icona mondiale del suo sport, il ciclismo. Anche perché le circostanze che lo hanno strappato all'affetto di familiari e sostenitori non sono ancora del tutto chiarite. Ovviamente, si sta parlando di Marco Pantani. Sulla cui morte pendono ancora numerosi interrogativi, tanto da spingere il programma televisivo «Le Iene» a realizzare l'ennesimo speciale, andato in onda ieri sera sulle reti Mediaset, per raccontare i punti insoluti di una vicenda che, nonostante tutto il tempo trascorso da quel maledetto 14 febbraio 2004, continua ad arricchirsi di nuovi particolari.
La novità più rilevante è che in questa occasione, per la prima volta, a parlare è stato Fabio Miradossa, lo spacciatore di fiducia di Pantani e l'unico condannato dall'autorità giudiziaria in questa tragica storia. Una delle sue prime dichiarazioni è stata: «Marco non è morto per cocaina, Marco è stato ucciso». Una tesi sostenuta anche a discapito della propria posizione, con convinzione. Possibile movente del delitto: il denaro. Pantani, infatti, prima di recarsi a Rimini, aveva prelevato, a Milano, circa 20mila euro. E, nella ormai tristemente nota stanza d'albergo in cui fu ritrovato il suo cadavere, di quei soldi non è stata ritrovata mai alcuna traccia. Tutto questo ed altri particolari, derivanti da un'inchiesta durata ben due anni condotta da Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese, sembrano gettare nuove ombre su questa misteriosa vicenda. Per la magistratura il caso è chiuso, ma riuscirà la nuova inchiesta de «Le Iene» a far riaprire le indagini?

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