giovedì 1 maggio 2014

Emergenza carceri in Italia e in Basilicata

L’ennesima bacchettata per l’Italia arriva dal Consiglio d’Europa il quale, dopo aver condotto indagini approfondite, ha stilato una classifica delle carceri peggiori in Europa, con il meritatissimo secondo posto del Belpaese.
Il report diffuso da Strasburgo, relativo a tutti gli stati europei, si riferisce al 2012, quando si contavano 66.271 detenuti e 45.568 posti disponibili, vale a dire 145 carcerati ogni 100 posti: solo in Serbia andava peggio, con circa 160 detenuti ogni 100 posti.
Non solo. L’Italia è seconda, dopo la Francia, per numero di suicidi: 63 nel 2011. Ed è prima per presenze di detenuti stranieri: 23.773, il 36%. Circa 124 euro al giorno la spesa sostenuta per ogni carcerato.
Nel gennaio 2013 era già pervenuta la condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo per trattamento inumano e degradante a causa del sovraffollamento carcerario. La sentenza è in questione è la Torreggiani, dal nome di uno dei 7 detenuti che hanno fatto ricorso vincendolo ed ottenendo così un risarcimento di 100mila euro. Ma la cause pendenti sono attualmente 4mila. La CEDU quando ha definito la Torreggiani, ha intimato all’Italia di intervenire sulle carceri: termine di scandenza il 28 maggio! Entro quella data, l’Italia dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) dare prova di aver posto rimedio al problema carceri e di aver individuato uno strumento idoneo per risarcire i carcerati che hanno vissuto in spazi del tutto insufficienti e inadeguati. Stiamo parlando dei famosi 3 metri: al sotto questa superficie, si determina, secondo la Convenzione europea dei diritti umani, il “trattamento inumano e degradante”. Il ministro della Giustizia Orlando ha annunciato rimedi compensativi: sconti di pena per i reclusi, risarcimenti per gli ex detenuti. La cifra ssarebbe pari ad 8 euro per ogni giorno vissuto in celle troppo piccole, somma in linea i parametri della Corte di Strasburgo.
E noi come siamo messi in Basilicata? Peggio che andar di notte: numeri allarmanti, perché in tutto il 2013 si sono verificati tra Potenza, Melfi e Matera 28 episodi di autolesionismo e un tentato suicidio sventato dagli operatori della Polizia Penitenziaria. E non solo: la situazione all’interno è piuttosto calda, con situazioni di violenza preoccupante. Nel corso dell’anno sono state registrate 18 colluttazioni e 14 ferimenti. C’è anche un’evasione per un mancato rientro da permesso premio, 29 scioperi della fame per protesta sulle condizioni di detenzione, 21 rifiuti di vitto e terapie mediche e 9 danneggiamenti per un totale di 470 detenuti distribuiti in tutto il territorio. Dunque, nel carcere di Potenza sono stati registrati l’anno scorso ben 18 atti di autolesionismo che vanno dai tagli diffusi all’ingestione di chiodi, pile, lamette e altri corpi estranei. Altri 9 sono stati segnalati a Matera e uno soltanto a Melfi dove un detenuto non è ritornato dal suo permesso premio.
Il sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, il Sappe, di recente si è riunito a Tito per un convegno sul sovraffollamento carcerario, giungendo alle seguenti conclusioni: le case circondariali lucane non sono sovraffollate, ma hanno una cronica carenza di personale. Si parla di 70 unità presenti a fronte di un organico previsto di 447 persone con un numero di detenuti superiore a 500 su una capienza di 440 unità.
Vedremo quali novità ci aspettano in vista della scadenza del 28 Maggio.
(Ilda)

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