lunedì 7 aprile 2014

L’amianto, un pericolo per la salute pubblica

Pericolo amianto. Un problema di cui si discute da anni e che rappresenta un elemento dannoso per la salute umana sottoposta all’esposizione a fibre di asbesto, termine scientifico che comporta azioni lesive di tipo sclerogeno a carico polmonare, fibrosi, che si caratterizza sulla base di dispnea, rantoli crepitanti basilari, presenza di amianto nell’espettorato, alterazioni della funzione respiratoria sotto forma di sindrome disventilatoria restrittiva e di una caduta della capacità di diffusione alveolo-capilare. A sottolinearlo fu già qualche anno fa il dottor Antonio Martemucci, dirigente medico dell’Asl di Matera, secondo il quale l’enorme mole legislativa varata ebbe, soprattutto sull’opinione pubblica, un impatto traumatico che provocò allarmismo sulle proprietà stesse del minerale. L’amianto, evidenziava Martemucci, è una struttura fibrosa dotata di notevole resistenza al calore e all’azione degli acidi. Del minerale si conoscono due gruppi: il serpentino (crisotilo) e l’anfibolo (amosite, antofillite, tremolite, actinolite e crocido lite, quest’ultimo è tra i più nocivi). Il processo lesivo è dato dalla lunghezza della fibra, quella più nociva è più lunga di cinque micron, e dalla sua concentrazione nell’aria respirata. Le fibre diritte riescono più facilmente a penetrare nelle vie aree più profonde, mentre quelle con un rapporto lunghezza-diametro superiore ai tre micron sono in grado di raggiungere anche la pleura, sviluppando il mesotelioma (neoplasia). Il periodo di incubazione varia tra i venti e i quarant’anni. Con le iniziative intraprese a protezione della popolazione si può ritenere che l’incidenza si sia ridotta notevolmente. In passato l’amianto veniva utilizzato come coibentante nell’edilizia, nella realizzazione di pannelli isolanti, nei pavimenti, nelle mattonelle viniliche, guarnizioni, sigillanti, funi e altro ancora. Nell’ambiente urbano, invece, la dispersione delle fibre proveniva anche dall’attrito di freni e frizioni che in passato venivano realizzati in amianto. Secondo il medico materano il rischio per la popolazione di contrarre il tumore pleurico è stimato in un caso su centomila all’anno a fronte dei circa 25 mila casi su 100 mila all’anno che muoiono per neoplasia da fumo di sigaretta. In ogni caso occorre prendere decisioni fattive per rimuovere l’amianto dai nostri edifici, chiamando ditte specializzate, pena la denuncia all’Asp o alla Procura della Repubblica.
(Aloisio)

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