La Basilicata non si è per nulla scrollata di
dosso ciò che accadeva ancora nell’Ottocento: il nepotismo. Il figlio del chirurgo
trova posto nell’ospedale San Carlo o in altri presìdi, il figlio del notaio
continua la professione del padre, il figlio del dipendente regionale trova
l’opportunità di entrare nel massimo ente territoriale e ciò vale anche per le altre
istituzioni, le banche, gli enti sub regionali, gli studi di avvocato, etc. I
partiti lucani della maggioranza, pur non dicendolo apertamente, con l’attuale
sistema elettorale, ci paragonano a una massa di pecoroni: chiunque mettiamo
nella lista va bene, tanto ci votano. Che rimpianti per il vecchio sistema
elettorale, quanto il cittadino sceglieva il candidato. Molta gente per
protesta non vuole più votare: «Così non si raggiunge il quorum». Errore. Ciò
vale solo per il referendum che si basa sui votanti e non sugli elettori.
Occorre votare e scegliere partiti che fanno opposizione costruttiva, dalla
parte della gente, e non farsi abbindolare da false promesse e profeti
dell’ultima ora. A volte fanno rimpiangere, nonostante le tante pecche, il
sistema borbonico perché è importante sottolineare che i Savoia procedettero
all’unità d’Italia sulla spinta risorgimentale, ma lo scopo era quello di
incrementare le vuote casse della casa reale piemontese. Poi occorrerebbe una
lunga dissertazione sul brigantaggio e le cause che ne determinarono il
fenomeno, già esistente sotto il dominio di re Ferdinando, che non trovò alcuna
sponda tra i vertici dell’esercito piemontese (che si macchiò di tante
malefatte) e su Garibaldi tant’è che abbracciò la causa perdente del cardinale
Ruffolo.
Ciò che occorre un cambio di direzione e
offrire sbocchi lavorativi ai lucani. E ciò lo può fare solo la Regione che ha
più dipendenti della Regione della Lombardia. Il rischio che corre è quello di
incappare di una nuova Waterloo. E’ anche vero che l’esecutivo lucano è assillato
da mille problemi ed emergenze. La Regione deve attivare iniziative e investire
risorse per favorire l’impresa privata. Invece di spendere soldi per
sciocchezze perché non prevede di istituire l’apprendistato, caricandosi le
imposte e la previdenza per un certo lasso di tempo favorendo i giovani nell’“imparare”
un mestiere, ormai diventato merce rara. Così avremo di nuovo falegnami,
elettricisti, idraulici, calzolai, etc. Intanto la Regione ha istituito un
“incubatore d’impresa”: tu porti l’idea progettuale e loro ti danno le
informazioni necessarie per aprire l’attività. Ma per tutto questo forse
basterebbe un buon commercialista che ti informa sulle procedure e sulle leggi
a sostegno dell’iniziativa lavorativa.
(Aloisio)
(Aloisio)
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