Visualizzazione post con etichetta corruzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta corruzione. Mostra tutti i post

martedì 19 agosto 2014

Il servilismo del PD lucano (con il compiacimento delle opposizioni)


In questi giorni il premier Matteo Renzi ha condotto il proprio tour in Sud Italia, visitando città come Napoli e Palermo e raccogliendo diverse contestazioni sul campo. Stranamente, i principali giornali e TG nazionali non hanno menzionato i “fischi” raccolti da Renzi durante la visita nei capoluoghi, sorvolando sul clima di malcontento e rabbia che da tempo aleggia nel meridione. Ma, notizia ancor più sconcertante, il premier ha deciso di non fare tappa in Basilicata, come invece si sarebbero aspettati cittadini ed autorità locali, dato il crescente interesse che il politico aveva manifestato nei confronti delle risorse petrolifere della nostra regione. Dunque, ci toccheranno trivellazioni e pozzi di petrolio senza neppure una visita di cortesia!
Ma non è tutto: come si sta comportando la nostra classe politica e dirigente rispetto alla linea di condotta adottata dal governo nazionale? In pieno stile democristiano: sudditanza e servilismo! Pur di non perdere le poltrone del potere, nessuna contestazione o iniziativa concreta è stata intrapresa dai nostri politici nei confronti del governo, per arginare e contrastare l’invadenza di un esecutivo che vuol fare della Basilicata una vacca grassa da mungere per sanare deficit nazionali (malaffare). “Quattro comitatini di quartiere”, li chiama Renzi… ma di fatto sono stati i soli capisaldi della resistenza alla sperequazione delle lobby petrolifere. E, chissà perché, solo quando determinati personaggi sono in carica di presidente della regione, il governo centrale si arroga il diritto di usare e disporre del nostro territorio come meglio crede…
Da notare, poi, come manifestazioni di opposizione e malcontento siano state, in passato, organizzate ed attuate in Basilicata solo durante la reggenza di cordate politiche opposte a quelle “tradizionali” (per es., marcia dei cinquecento mila per Terzo Cavone a Scanzano). Possibile che questo PD non sappia esprimere alcuna forma di dissenso e non sappia rivendicare, a fronte della pressione esercitata dalle lobby petrolifere, diritti elementari e fondamentali come quello della salute? E pensare che un sottosegretario alla salute lo abbiamo anche in Basilicata! Sarà un paradosso?
Che dire poi della ridicola forma di indennizzo prevista per le trivellazioni in terra di Basilicata, ovvero della carta carburante? Pochi, miseri euro a fronte di un considerevole numero di barili di greggio che molto frutteranno alle tasche delle compagnie petrolifere e al governo centrale. Invece di avere gas e riscaldamento gratis, i lucani intascheranno pochi spicci e ci rimettono in salute (basta chiedere agli abitanti della Val d’Agri). Ma, si sa, l’importante è tenersi stretta la poltrona, non perderla in nessun caso, come nel gioco dei quattro cantoni: ci si muove senza perdere mai il posto! Uno scambio alla pari che non comporta diminuzione di potere e di privilegi. Basta strizzare l’occhio e fare la riverenza a Roma! Tanto, si sa: dalla Regione il prossimo passo è poi il Parlamento (romano e/o europeo).
La maledizione del lucano sembra risiedere, poi, nella sua storica incapacità di ribellarsi, nella tragica, remissiva rassegnazione con cui subisce le sorti territoriali che vengono sistematicamente decise a tavolino senza alcuna partecipazione democratica effettiva. In un puro clima di clientelismo politico. E il PD cosa fa nel frattempo? E’ lacerato da guerre intestine tra i vari capi emergenti… benché, attualmente, la piramide del potere sia stata ormai definita!
Lucani, svegliatevi!

(Ilda e Smilzo)

lunedì 7 aprile 2014

In Basilicata vige ancora il nepotismo


La Basilicata non si è per nulla scrollata di dosso ciò che accadeva ancora nell’Ottocento: il nepotismo. Il figlio del chirurgo trova posto nell’ospedale San Carlo o in altri presìdi, il figlio del notaio continua la professione del padre, il figlio del dipendente regionale trova l’opportunità di entrare nel massimo ente territoriale e ciò vale anche per le altre istituzioni, le banche, gli enti sub regionali, gli studi di avvocato, etc. I partiti lucani della maggioranza, pur non dicendolo apertamente, con l’attuale sistema elettorale, ci paragonano a una massa di pecoroni: chiunque mettiamo nella lista va bene, tanto ci votano. Che rimpianti per il vecchio sistema elettorale, quanto il cittadino sceglieva il candidato. Molta gente per protesta non vuole più votare: «Così non si raggiunge il quorum». Errore. Ciò vale solo per il referendum che si basa sui votanti e non sugli elettori. Occorre votare e scegliere partiti che fanno opposizione costruttiva, dalla parte della gente, e non farsi abbindolare da false promesse e profeti dell’ultima ora. A volte fanno rimpiangere, nonostante le tante pecche, il sistema borbonico perché è importante sottolineare che i Savoia procedettero all’unità d’Italia sulla spinta risorgimentale, ma lo scopo era quello di incrementare le vuote casse della casa reale piemontese. Poi occorrerebbe una lunga dissertazione sul brigantaggio e le cause che ne determinarono il fenomeno, già esistente sotto il dominio di re Ferdinando, che non trovò alcuna sponda tra i vertici dell’esercito piemontese (che si macchiò di tante malefatte) e su Garibaldi tant’è che abbracciò la causa perdente del cardinale Ruffolo.

Ciò che occorre un cambio di direzione e offrire sbocchi lavorativi ai lucani. E ciò lo può fare solo la Regione che ha più dipendenti della Regione della Lombardia. Il rischio che corre è quello di incappare di una nuova Waterloo. E’ anche vero che l’esecutivo lucano è assillato da mille problemi ed emergenze. La Regione deve attivare iniziative e investire risorse per favorire l’impresa privata. Invece di spendere soldi per sciocchezze perché non prevede di istituire l’apprendistato, caricandosi le imposte e la previdenza per un certo lasso di tempo favorendo i giovani nell’“imparare” un mestiere, ormai diventato merce rara. Così avremo di nuovo falegnami, elettricisti, idraulici, calzolai, etc. Intanto la Regione ha istituito un “incubatore d’impresa”: tu porti l’idea progettuale e loro ti danno le informazioni necessarie per aprire l’attività. Ma per tutto questo forse basterebbe un buon commercialista che ti informa sulle procedure e sulle leggi a sostegno dell’iniziativa lavorativa.

(Aloisio)