Cannabis: danni permanenti al cervello
L’uso
di marijuana si pensava che provocasse solo sonnolenza, attacchi di “ridarella”
e la difficoltà a concentrarsi. Ma non è così. I dati dell’ultimo rapporto
Espad (European school survey on alchool and other drugs) pubblicato ad aprile
scorso evidenzia che il 22 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni (quasi 1
su 4) ha provato almeno una volta la cannabis nell’ultimo anno con effetti
disastrosi. Il primato spetta ai ragazzi che fumano più delle ragazze. Negli
ultimi anni di studio i sospetti sul ruolo di questa sostanza nell’insorgenza
di disturbi mentali sono molto forti, come la relazione tra droga e
schizofrenia. Diverse indagini epidemiologiche hanno preso in considerazione i
profili dei soggetti analizzati prima dell’inizio del consumo di cannabis,
assicurandosi con esami psichiatrici che i giovani osservati non presentassero
segnali iniziali di psicosi prima di diventare fumatori. Questi studi hanno chiaramente
mostrato che il rischio di psicosi aumenta in relazione al consumo di droga.
Nel 2008 l’istituto di igiene mentale di Eindhoven, in Olanda, ha aggiunto che
in caso di abbandono della droga in età adulta il rischio rimane identico.
Alcuni ricercatori delle università inglesi di Bristol e Cambridge hanno
calcolato un 40 per cento di aumento di rischio negli adolescenti che assumono
cannabis regolarmente. La schizofrenia non è il solo rischio che si corre.
Secondo alcuni ricercatori può insorgere la depressione e anche la riduzione
del quoziente intellettivo (QI). Un contributo importante alla ricerca sugli
effetti a lungo termine della cannabis è arrivato nel 2012, quando un gruppo di
ricercatori della Duke University (Stati Uniti) ha pubblicato uno studio
condotto dopo un’indagine su mille persone dalla nascita fino ai 38 anni,
sottoponendoli periodicamente a test neuropsicologici e rilevando l’eventuale
consumo di cannabis nel tempo. I risultati mostrano che i fumatori abituali
subiscono una riduzione media del QI dell’8 per cento. Una spiegazione che
giustifica detti danni è stata ipotizzata: «La cannabis ostacolerebbe il
normale sviluppo delle connessioni neurali che avviene nell’adolescenza», è
quanto sostiene la farmacologa Daniela Parolaro. Alcuni ricercatori pensano che
una volta cessato l’uso il cervello sia in grado di riparare i danni della
cannabis, ma c’è chi ritiene i danni permanenti. In Basilicata non è possibile
dare dei numeri sui “fumatori”. Il dato nazionale indica nel 5 per cento i soggetti,
compresi tra i 15 e i 19 anni, che fanno uso frequente di cannabis.
(Aloisio)
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