lunedì 7 aprile 2014

Cannabis: danni permanenti al cervello



L’uso di marijuana si pensava che provocasse solo sonnolenza, attacchi di “ridarella” e la difficoltà a concentrarsi. Ma non è così. I dati dell’ultimo rapporto Espad (European school survey on alchool and other drugs) pubblicato ad aprile scorso evidenzia che il 22 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni (quasi 1 su 4) ha provato almeno una volta la cannabis nell’ultimo anno con effetti disastrosi. Il primato spetta ai ragazzi che fumano più delle ragazze. Negli ultimi anni di studio i sospetti sul ruolo di questa sostanza nell’insorgenza di disturbi mentali sono molto forti, come la relazione tra droga e schizofrenia. Diverse indagini epidemiologiche hanno preso in considerazione i profili dei soggetti analizzati prima dell’inizio del consumo di cannabis, assicurandosi con esami psichiatrici che i giovani osservati non presentassero segnali iniziali di psicosi prima di diventare fumatori. Questi studi hanno chiaramente mostrato che il rischio di psicosi aumenta in relazione al consumo di droga. Nel 2008 l’istituto di igiene mentale di Eindhoven, in Olanda, ha aggiunto che in caso di abbandono della droga in età adulta il rischio rimane identico. Alcuni ricercatori delle università inglesi di Bristol e Cambridge hanno calcolato un 40 per cento di aumento di rischio negli adolescenti che assumono cannabis regolarmente. La schizofrenia non è il solo rischio che si corre. Secondo alcuni ricercatori può insorgere la depressione e anche la riduzione del quoziente intellettivo (QI). Un contributo importante alla ricerca sugli effetti a lungo termine della cannabis è arrivato nel 2012, quando un gruppo di ricercatori della Duke University (Stati Uniti) ha pubblicato uno studio condotto dopo un’indagine su mille persone dalla nascita fino ai 38 anni, sottoponendoli periodicamente a test neuropsicologici e rilevando l’eventuale consumo di cannabis nel tempo. I risultati mostrano che i fumatori abituali subiscono una riduzione media del QI dell’8 per cento. Una spiegazione che giustifica detti danni è stata ipotizzata: «La cannabis ostacolerebbe il normale sviluppo delle connessioni neurali che avviene nell’adolescenza», è quanto sostiene la farmacologa Daniela Parolaro. Alcuni ricercatori pensano che una volta cessato l’uso il cervello sia in grado di riparare i danni della cannabis, ma c’è chi ritiene i danni permanenti. In Basilicata non è possibile dare dei numeri sui “fumatori”. Il dato nazionale indica nel 5 per cento i soggetti, compresi tra i 15 e i 19 anni, che fanno uso frequente di cannabis.

(Aloisio)

 

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