domenica 27 marzo 2016

L'ombra della Cia e degli Usa su chi ha armato e addestrato i terroristi dell'Isis. Il silenzio dell'occidente democratico

Da sinistra: il portavoce dell'ISIS Abu Mosa, il leader dell'ISIS Abu Bakr Al Baghdadi, 
il senatore USA John McCain, il portavoce del Fronte Nusra Mohammad Nour

La pistola fumante è una foto. È stata scattata il 27 maggio 2013 a Idleb, nel nord della Siria. Ritrae Mohammad Nour, Salem Idriss, Abu Mosa, John McCain e Ibrahim al Badri. Il primo è il portavoce del Fronte al Nusra (Al Qaida in Siria). Il secondo è il capo dell’Esercito siriano libero (responsabile in Siria di raccapriccianti massacri). Il terzo è il portavoce dell’Isis, il quarto è un senatore degli Stati Uniti, nonché ex candidato alla Casa Bianca, nonché ambasciatore ombra del Dipartimento di Stato. L’ultimo è noto anche come Abu Du’a, figura nella lista dei cinque terroristi più ricercati dagli Stati Uniti (dieci milioni di dollari di ricompensa) e come nome di battaglia ha preso quello di Abu Bakr al Baghdadi, il capo dell’Esercito islamico dell’Iraq e del Levante (Isis).Particolare importante è che al momento di quello scatto al Baghdadi già era stato iscritto (il 4 ottobre 2011) dall’FBI nella speciale lista dei terroristi ricercati del mondo, e sia l’Isis che il Fronte al Nusra erano stati inseriti dalle Nazioni Unite nella lista nera delle organizzazioni terroristiche da combattere.
«L’unica soluzione per proteggere lo Stato ebraico è quella di creare un nemico alle sue frontiere, ma indirizzarlo contro gli Stati islamici che si oppongono alla sua presenza», si legge su un documento della Cia. Al Baghdadi è stato prigioniero a Guantanamo tra il 2004 e il 2009. In quel periodo Cia e Mossad lo avrebbero reclutato per fondare un gruppo capace di attrarre jihadisti di vari Paesi in un unico luogo. E tenerli così lontani da Israele. L’obiettivo era quello di creare un esercito in grado di spodestare il presidente siriano Bashar al Assad.
Altro particolare importante, McCain non è un politico qualsiasi. Da vent’anni è a capo dell’International Republican Institute (il celeberrimo IRI), il ramo repubblicano di un’organizzazione governativa (il Ned) parallela alla Cia. L’IRI è un’agenzia inter-governativa, Il cui budget viene annualmente approvato dal Congresso, in un capitolo di bilancio che fa capo alla Segreteria di Stato. È stato McCain la mente della rivoluzione che ha detronizzato Slobodan Milosevic dalla presidenza della Serbia, colui che ha cercato più volte di rovesciare il governo di Hugo Chavez in Venezuela, l’ideatore della rivoluzione arancione in Ucraina nel 2004 e di Maidan nel 2013, il grande manovratore della Primavera araba e di tutte le sue rivoluzioni (Iran, Tunisia, Egitto, Libia, Siria).
Popoff ha rivelato l’esistenza di documenti (resi pubblici dall’ex agente della National Security Agency Edward Snowden) che dimostrano come siano state la Cia e il Mossad ad addestrare e ad armare l’Isis. Un’operazione segreta nome in codice “Nido dei calabroni”. 
«L’unica soluzione per proteggere lo Stato ebraico è quella di creare un nemico alle sue frontiere, ma indirizzarlo contro gli Stati islamici che si oppongono alla sua presenza», si legge su un documento della Cia. Al Baghdadi è stato prigioniero a Guantanamo tra il 2004 e il 2009. In quel periodo Cia e Mossad lo avrebbero reclutato per fondare un gruppo capace di attrarre jihadisti di vari Paesi in un unico luogo. E tenerli così lontani da Israele. L’obiettivo era quello di creare un esercito in grado di spodestare il presidente siriano Bashar al Assad.


Un ex ufficiale Kenneth O'Keefe, degli Stati Uniti d'America, avvertì: «L'Isis è un mostro creato dalla Cia». Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti della solita teoria del complotto elaborata per screditare il mostro americano e l’Occidente in generale. In realtà, le fonti ci sono e sono tante. La più autorevole è certamente la voce dell’ex Segretario di Stato Americano, Hillary Clinton, che in un’intervista rilasciata a metà agosto a Jeffrey Goldberg del giornale web The Atlantic, ha ammesso: “L’Isis è roba nostra, ma ci è sfuggita di mano”. Le parole della Clinton hanno fatto il giro del web e sono state pubblicate integralmente da numerosi organi d’informazione, ma non dai media nazionali italiani che, da sempre, si pongono ormai passivamente di fronte ai più grandi problemi di politica estera. «È stato un fallimento. Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq», ha detto la Clinton. Insomma, Hillary lo ammette, si confessa: l’Isis, quello che oggi viene ritenuto “il male assoluto”, è in realtà una loro creatura. Ma, andando un pò più nel particolare, chi ha finanziato l’Isis? Quali erano le sue funzioni originarie? Nelle ultime ore, ad aggiungere benzina sul fuoco, sono le parole di Kenneth O’ Keefe, un ex ufficiale delle forze armate USA, il quale conosce il reticolo di trame dove è nato il gruppo jihadista dello Stato Islamico. Lo Stato Islamico è “la creazione di un mostro, di un Frankenstein creato da noi statunitensi”, rivela O’ Keefe in una intervista, rilasciata alla Press TV, svelando questi ed altri fatti scioccanti circa il ruolo degli Stati Uniti nella creazione del gruppo terrorista. L’ex ufficiale (con molti anni di servizio) non mette in alcun dubbio il fatto che gli estremisti dell’ISIS, ISIL o EL, che operano in Iraq ed in Siria, siano stati finanziati dagli USA attraverso i suoi rappresentanti come il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita. “In realtà tutti questi miliziani sono una nuova veste ribattezzata di Al Qaeda, che di sicuro non è niente più che una creazione della CIA”, afferma O’Keefe. O’Keefe riferisce che gli jihadisti non soltanto hanno ricevuto dagli Stati Uniti “il miglior equipaggiamento nordamericano” come il sistema di blindatura personale, i blindati da trasporto truppe e l’addestramento, ma gli è stato anche permesso di diffondersi attraverso le frontiere in molti altri paesi del Medio Oriente. “Tutto questo è stato fatto sotto l’auspicio di rovesciare il regime di Bashar al-Assad in Siria”, afferma O’ Keefe. L’esperto militare si trova anche d’accordo con l’opinione di alcuni analisti i quali ritengono che gli USA stanno utilizzando tutta questa situazione come una “porta di servizio”, perseguendo il loro obiettivo fondamentale di eliminare il Governo di Al Assad. “Lo stesso padrone si vede in Iraq ed in Afghanistàn”, aggiunge l’ex ufficiale. Il popolo statunitense, secondo O’Keefe, non può vedere la situazione vera per gli effetti della propaganda. “Sarebbe assurdo pensare che il popolo statunitense sia tanto sintonizzato nella comprensione di quello che realmente sta accadendo come per non essere abbindolato in un’altra guerra che non farà niente più che distruggere chiunque vi partecipi”, conclude.
Di seguito si riporta l'analisi di Franco Rizzi (Storico e Segretario Generale di UNIMED). 
La stampa italiana non ha dato risalto ad un lungo articolo apparso su Le Monde il 16 marzo dal titolo significativo “Syrie: Porquoi les Americains n’ont-ils rien fait?“. Non si tratta di un’analisi politologica, ma di un rapporto preparato dall’intelligence delle forze anti-Assad e passato ai servizi segreti americani dal quale si evince che l’amministrazione Obama ha ignorato i segnali di allarme che l’opposizione siriana ha costantemente inviato. Ripercorriamo il senso di questa documentazione partendo da “Le Monde”. Dopo le manifestazioni anti Assad, nei souks di Damasco, le forze della rivoluzione furono circondate dai militari pro regime, dalle forze jihadiste del Fronte Al-Nosra e dell’organizzazione delloStato Islamico. Gli Stati dell’Occidente democratico rimasero a guardare. Stesso atteggiamento ebbero nei confronti delle altre rivoluzioni che erano scoppiate nella riva sud del Mediterraneo. Permancanza di una strategia politica e perché troppo affezionati a parole d’ordine vuote come quella dell’esportazione della democrazia, per essere poi capaci di fare qualcosa quando i popoli arabi musulmani scendevano in piazza per cacciare i dittatori e per rivendicare giustizia sociale e democrazia. La brutalità del regime siriano ha seminato il caos, ha estremizzato qualsiasi soluzione di compromesso e ha reso il terreno propizio alla nascita dell’Isis e al compattamento del braccio armato di Al-Qaida, Al-Nosra. A questo, per ingarbugliare ancor più le cose, si devono aggiungere l’intromissione dei paesi del Golfo che hanno subito cercato di dare una colorazione religiosa allo scontro, sunniti contro sciiti, e mentre rifornivano di denaro e armi i gruppi jihadisti, facevano una guerra per procura per il predominio in Medio Oriente. A questi fattori, scrive Le Monde bisogna aggiungerne un altro: “Il disprezzo degli Stati Uniti per gli oppositori siriani i cui segnali di allerta sono stati sempre ignorati”. Il giornale francese ha avuto accesso a documenti raccolti da uomini deiservizi segreti anti Assad e grazie ad una inchiesta autonoma durata diversi mesi ha potuto accertare la validità dei documenti in suo possesso. Essi rivelano due cose, come scrive Le Monde, che a partire dalla metà del 2013 i servizi segreti americani hanno seguito passo dopo passo le affermazioni vittoriose dell’Isis e il suo radicamento, grazie alle informazioni dell’opposizione anti Assad e che gli americani si sono serviti di queste notizie “col contagocce” seminando la disperazione nell’Esercito Libero Siriano che invece contava in un intervento. C’è da chiedersi cosa sarebbe successo se l’Isis fosse stato sgominato quando ancora era un gruppo che annoverava pochi combattenti che si contavano sulle dita della mano, prima ancora che arrivassero iforeign fighters da tutto il mondo per edificare il Califfato. Le rivelazioni del giornale continuano con una serie di dettagli tecnici, come l’indicazione di luoghi di guerra, notizie circa la fornitura di armi e così via. Un altro informatore invia un messaggio alla Cia e al Pentagono come delle camionette dell’Isis si dirigevano verso Palmira. Almeno dieci giorni prima dell’attacco tutti nell’opposizione sapevano che sarebbe successo. Gli americani furono avvertiti e gli informatori si chiedono come mai gli aerei americani non sono intervenuti su un territori facile da bombardare perché piatto e desertico? Sono domande che restano lì senza risposta e non basta evocare la posizione astensionista di Obama. Di una cosa si può essere sicuri: senza l’appoggio dei siriani sarà difficile sbarazzarsi dell’Isis.

Ventisei punti che svelano l'alleanza tra Usa e Isis

Un professore emerito dell'Università di Ottawa, in Canada, ha spiegato in 26 concetti perché lo Stato islamico è un importante alleato degli Stati Uniti e come la "guerra al terrore" è in realtà un supporto all’Islam radicale.
 "La guerra degli Stati Uniti contro lo Stato islamico è una grande bugia." Così inizia il suo articolo Michel Cossudovsky, un economista canadese, scrittore e professore dell'Università di Ottawa, in Canada, pubblicato sul sito web del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione.
 Dopo aver analizzato centinaia di documenti, il professore giunge ad una serie di conclusioni che a prima vista sembrano un paradosso:
 l'intera politica degli Stati Uniti relativa alla lotta contro il terrorismo in realtà serve gli interessi jihadisti, a loro volta, sono supportati e finanziati dal governo degli Stati Uniti. In 26 concetti Cossudovky spiega come è arrivato ad avere questa opinione.
 
Storia di Al Qaeda
 1. Al Qaeda ed i suoi affiliati ricevono il pieno sostegno degli Stati Uniti quasi 40 anni fa, all'inizio della guerra sovietico-afghana (1979-1989).
 2.
 In un periodo di dieci anni 1982-1992 circa 35.000 jihadisti provenienti da 43 paesi sono reclutati per la jihad afgana nei campi di addestramento della CIA (Agenzia di intelligence) in Pakistan. Migliaia di annunci, pagati dagli Stati Uniti, sono apparsi nei media di tutto il mondo per motivare i giovani a unirsi alla jihad.
 3. L'Università del Nebraska, negli Stati Uniti, pubblica libri jihadisti per diffonderli, a quel tempo, nelle scuole dell’Afghanistan.
 4.
 Osama bin Laden, il terrorista "numero uno" per gli Stati Uniti, è reclutato dalla CIA nel 1979 quando lancia la guerra jihadista patrocinata dagli USA contro l'Unione Sovietica in Afghanistan. Ha 22 anni quando termina la sua formazione nel campo di guerriglia della CIA.
5. Ronald Reagan, quarantesimo presidente degli Stati Uniti, chiama i terroristi di Al Qaeda "combattenti per la libertà". Il governo statunitense fornisce armi alle brigate islamiche per combattere contro l'Unione Sovietica. Il cambio di regime porta alla fine del governo laico in Afghanistan.
Lo Stato islamico (IS)
6.
 Lo Stato islamico è inizialmente un’entità affiliata di Al Qaeda creata dai servizi segreti americani, con il sostegno del MI6 britannico, dal Mossad di Israele e dalle intelligence di Pakistan e l'Arabia Saudita.
 7. Le brigate dell’Is partecipano con gli Stati Uniti e la NATO nella guerra civile in Siria diretta contro il governo di Bashar al Assad.
8. La NATO e gli alti funzionari turchi sono i responsabili del reclutamento di militanti dello Stato islamico e di al-Nusra (gruppo radicale islamico siriano) dall'inizio del conflitto in Siria nel 2011.
 9. N
elle file dell’Isis c’è una rappresentanza dell'esercito e dell'intelligence degli stati occidentali. Così, il MI6 britannico partecipa alla formazione dei jihadisti ribelli in Siria.
 10. In una informazione della
 CNN il 9 Dicembre 2012 un alto funzionario statunitense e diversi diplomatici di alto livello ammettono che "Stati Uniti e alcuni alleati europei, attraverso militari specializzati, addestrano i ribelli siriani affinché garantiscano scorte di armi chimiche in Siria."
 11. La pratica delle decapitazioni dell’Isis fa parte di programmi di formazione degli jihadisti attuati in Arabia Saudita e Qatar.
 12. L’Arabia Saudita, alleato degli Stati Uniti, libera dalle sue carceri migliaia di detenuti a condizione che si uniscano alla lotta dell’Isis contro Assad in Siria.
 13. Israele sostiene le brigate di Is e al-Nusra nel Golan, un territorio conteso da Israele e Siria. Nel febbraio 2014 il primo ministro israeliano,
 Benjamin Netanyahu, visita un ospedale al confine con la Siria, dove stringe la mano ad un ribelle siriano ferito.
 
Siria e Iraq.
 14. L'Isis agisce come un avamposto militare degli interessi degli Stati Uniti e dei suoi alleati dal momento che causa distruzione e caos politico ed economico in Siria e Iraq.
15.
 L'attuale senatore degli Stati Uniti John McCain incontra i leader terroristi jihadisti, tra cui militanti dell’Isis, in Siria.
 

16. Lo Stato islamico, che presumibilmente resiste al bombardamento della coalizione guidata dagli Stati Uniti, continua a ricevere aiuti militari segreti dagli Stati Uniti.
 17.
 I bombardamenti di Usa e dei suoi alleati non sono diretti allo Stato islamico, ma all'infrastruttura economica dell'Iraq e della Siria tra cui fabbriche e raffinerie di petrolio.
 18. Il progetto del califfato si inserisce perfettamente nell'agenda della politica estera degli Stati Uniti da molti anni al fine di dividere Iraq e Siria in tre aree distinte: una repubblica del Kurdistan, un califfato islamico sunnita e una Repubblica araba sciita.
"La guerra contro il terrorismo"
19. "La guerra contro il terrorismo", una campagna degli Stati Uniti iniziata nel 2001 e supportata da alcuni membri della NATO,
 si presenta come uno "scontro di civiltà", quando in realtà persegue obiettivi economici e strategici.
 20. Gli Stati Uniti appoggiano segretamente vari affiliati di Al Qaeda in Medio Oriente, in Africa sub-sahariana e in Asia per creare conflitti interni e destabilizzare i paesi indipendenti.
21. In questi gruppi si possono nominare
 Boko Haram in Nigeria, il Gruppo combattente islamico in Libia o Jemaah Islamiyah in Indonesia.
 22. Le organizzazioni affiliate ad Al Qaeda nella regione autonoma di Xinjiang Uigur, in Cina, ricevono anche il sostegno degli Stati Uniti. Lo scopo dichiarato di queste organizzazioni jihadiste è di stabilire un califfato islamico nella Cina occidentale.
"I nostri" terroristi.
23. Il paradosso è che, mentre l'Isis è cresciuta grazie al sostegno americano, l'obiettivo "strategico" degli Stati Uniti è la lotta contro l’islamismo radicale del gruppo jihadista.
24. La minaccia terroristica è una creazione puramente americana che è promossa da altri governi occidentali e dai media. Sotto l'obiettivo della difesa della vita dei suoi cittadini, dall'altra parte libertà civili e privacy vengono violate.
 25. La campagna anti-terroristica contro Al Qaeda e lo Stato islamico ha contribuito notevolmente alla "demonizzazione" dei musulmani, che vengono associati alle crudeltà dei jihadisti.
 26. Chiunque metta in discussione la "guerra al terrore" è dichiarato terrorista e sottoposto alle numerose leggi anti-terrorismo approvate negli ultimi dieci anni negli Stati Uniti.



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