giovedì 24 marzo 2016

Isis, Isil, Is, Sic e poi Daesh: solo manovalanza dei poteri occulti?


E adesso siamo davvero in guerra. «Tutta la vita politica europea sarà sconvolta per sempre», dice Giulietto Chiesa, secondo cui d’ora in avanti ogni disagio sociale sarà rubricato come problema di ordine pubblico: «La nostra vita diverrà un eterno passaggio attraverso un metal detector». Lo sanno bene i politici che balbettano di fronte alla strage di Parigi e ora di Bruxelles, che espone al ridicolo l’intero dispositivo "ieri" francese e oggi belga della sicurezza: professionisti armati, alloggiati, organizzati e coordinati hanno potuto mettere a segno attacchi simultanei in pieno centro. Vuol dire che è meglio che quelli della sicurezza si diano al giardinaggio. Possibile che gli uomini di Hollande prima e del ministro dell'Interno belga e vice primo ministro Jan Jambon poi si siano fatti sorprendere così? Peraltro, se si pensa che siamo a 14 anni dall’attentato alle Twin Towers, dopo tre guerre (Afghanistan, Iraq e Libia) e un mare di soldi spesi, qui la disfatta non è solo dei francesi, ma di tutta l’intelligence occidentale. Puzza di bruciato? L’Isis è stato finanziato da Turchia e Arabia Saudita, e equipaggiato, secondo molti osservatori internazionali, dagli Usa. Il vicepresidente Joe Biden riconobbe, tempo fa, che le armi inviate ai “ribelli” anti-Assad erano “finite” tutte alle milizie jihadiste del “califfo” Abu Bakr Al-Baghdadi, l’uomo fotografato in Siria in compagnia del senatore John McCain. «La Russia, con il suo intervento in Siria, ha cambiato il quadro politico mondiale», osserva Giulietto Chiesa su “Megachip”. «Il piano di ridisegnare la mappa medio-orientale è fallito. Daesh è, di fatto, sconfitta là dov’è nata. Dunque i suoi manovratori sposterebbero l’offensiva in Europa». Obiettivo chiarissimo: terrorizzare il vecchio continente e costringerlo sotto l’ombrello americano. «A mettere a posto la Russia penserà Washington. Del resto l’Airbus abbattuto nel Sinai, in termini di sangue russo innocente, è equivalso al massacro parigino. E non ce ne eravamo accorti». Merkel e Hollande, i due leader che «stavano cambiando rotta per uscire dal cappio americano», sono avvertiti. E mentre i Renzi di tutta Europa non osano affrontare le telecamere non sapendo cosa dire, ci si domanda inevitabilmente chi siano i manovratori dei terroristi islamisti. «L’Isis è creatura di una Spectre composta da pezzi di Occidente e petromonarchie del Golfo», annota Chiesa. «Qualcuno la guida, ed è molto potente, carico di denaro e di armi. Il fanatismo è la sua facciata. Ma non spiega la sua “intelligence”». Una traccia l’ha fornita un anno fa Gioele Magaldi col suo libro “Massoni”, edito da Chiarelettere: una delle 36 Ur-Lodges, vertice massonico del potere mondiale, avrebbe un debole per le stragi e la strategia della tensione. Si chiama “Hathor Pentalpha” e, secondo Magaldi, annovera tra i suoi leader il capo del centrodestra francese, Nicolas Sarkozy. Obiettivo strategico: annullare la democrazia, anche a colpi di attentati, per riconsegnare il potere all’élite più reazionaria, neo-feudale, neo-aristocratica. Quella che lavora per scenari da terza guerra mondiale.

Il nome del gruppo è stato indicato, a seconda dei casi, con le sigle Isis, Isil, Is e anche Sic. Perché questa confusione? Uno dei motivi è che il gruppo si è evoluto nel corso del tempo, cambiando il suo stesso nome. All’inizio era una piccola ma brutalmente efficace fazione della resistenza sunnita all’invasione statunitense dell’Iraq nel 2003 che si faceva chiamare Al Qaeda in Iraq, o Aqi. Nel 2007, in seguito alla morte del suo fondatore (e alle accuse di essere troppo sanguinario, che gli sono state rivolte da Al Qaeda), Aqi ha cambiato nome in Stato islamico in Iraq, o Isi. In seguito ha subìto alcune battute d’arresto sul suo territorio ma, osservando la Siria sprofondare nella guerra civile nel 2011, ha intravisto un’opportunità. Nel 2013 si era installato nella parte orientale della Siria, assumendo il nuovo e più aderente nome di Stato islamico in Iraq e Siria (Isis). Rendendo le cose ancora più complicate, l’Isis ha cambiato nuovamente nome nel giugno 2014 , proclamandosi Stato del califfato islamico (Sic), un titolo che riflette le sue ambizioni d’autorità su tutti i musulmani del mondo. La traduzione offre agli acronimi nuove possibilità di moltiplicarsi. Nelle sue prime incarnazioni come Isis, il gruppo voleva mettere in discussione i confini “colonialisti” usando un vecchio nome geografico arabo, al Sham, che comprende sia la capitale siriana Damasco sia la più ampia regione del Levante, il che spiega la predilezione ufficiale statunitense per l’espressione Stato islamico dell’Iraq e del Levante (o Isil) invece che per Isis. L’equivalente arabo, Al dawla al islamiya fi al Iraq wal Sham, può essere abbreviato in Daesh, così come il nome di Hamas (che significa zelo in arabo) per il gruppo palestinese è un acronimo di Harakat al muqawama al islamiya, ovvero Movimento di resistenza islamica. Daesh è il nome che più si è diffuso nei paesi arabi, anche se i membri del gruppo lo chiamano semplicemente al dawla, lo stato, e minacciano di frustare quanti usano il termine Daesh.
Giulio Tonpesi

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