martedì 3 giugno 2014

Emergenza carceri sovraffolate: vicini al verdetto dell'Europa sull'Italia!


Scaduto l’ultimatum del 28 Maggio, oggi martedì 3 giugno l’Ue dovrà decidere sull’eventuale sanzione che l’Italia dovrà pagare per l’emergenza carceri: è, infatti, attesa per oggi la decisione di un’eventuale sanzione per il nostro Paese da parte della CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo). La quota da versare a titolo di sanzione, nel caso in cui l’Ue valutasse come insufficienti le misure adottate dall’Italia per far fronte al problema, ammonterebbe a 100mila Euro.
Per altro, va detto che suddetta sanzione è stata già inflitta all’Italia in passato per le violazioni dei diritti umani e civili che sono state denunciate nelle strutture carcerarie del Paese. In molteplici ricorsi, infatti, i detenuti hanno lamentato “condizioni disumane” e sono pervenute alla Corte europea richieste di risarcimento astronomiche.
Al nostro Paese era stato accordato tempo utile per “studiare ed attuare misure di soluzione al problema”: la prima scadenza era fissata al 28 maggio, poi sforata e prorogata ad oggi.
Il ministro della giustizia Orlando tranquillizza gli animi, affermando che, comunque, “l’Italia andrà avanti con le riforme”. Purché non si tratti però delle solite misure dell’Indulto e dell’Amnistia, che si concretizzerebbero in una non-soluzione! Molti, infatti, considerano i provvedimenti summenzionati come un sostanziale fallimento dello Stato: l'ultimo indulto, quello del governo Prodi del 2006, ha fatto uscire dal carcere 26.752 detenuti (su 60 mila) e, dopo due anni, il 70% era tornato in carcere, e il numero dei detenuti era tornato lo stesso, a dimostrazione che indulto e amnistia non costituiscono una soluzione strutturale al problema. Si aggiunga a ciò che è sostanzialmente inaccettabile per le vittime di reati vedere tornare impuniti e in libertà i loro carnefici, di fatto annientando il principio di certezza della pena su cui si deve fondare qualunque Stato di diritto.
Ma cosa sono e come funzionano, di preciso, amnistia ed indulto? L’amnistia costituisce una causa di estinzione del reato, mentre l’indulto è una causa di estinzione della pena: pertanto, con l’amnistia lo Stato rinuncia all’applicazione della pena, mentre con l’indulto si limita a condonare, in tutto o in parte, la pena inflitta, senza però cancellare il reato. Amnistia e indulto sono provvedimenti generali ad efficacia retroattiva e, come tali, si distinguono dalla grazia che, invece, è un provvedimento individuale. Amnistia e indulto vengono concessi con una legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera in ogni articolo e nella votazione finale (art. 79, co. 1, Cost.); mentre, prima dell’entrata in vigore della l. cost. n. 1/1992 (che ha modificato il testo dell’art. 79 Cost.), erano concessi dal Presidente della Repubblica, previa legge di delegazione da parte delle Camere. Il fortissimo innalzamento del quorum di votazione (dalla maggioranza semplice a quella dei due terzi, superiore a quanto richiesto nel procedimento di revisione costituzionale ex art. 138 Cost.) ha reso molto più difficile il ricorso a questi istituti e, dal 1992 sino ad oggi, vi è stato un solo caso di applicazione dell’art. 79 Cost. (l. n. 241/2006 - Prodi) mentre dal 1948 al 1992 vi erano stati oltre quaranta provvedimenti legislativi di clemenza!
Quanto al problema del sovraffollamento delle carceri, il problema si potrebbe benissimo risolvere con la costruzione di nuovi istituti, facendo scontare magari ad alcuni detenuti stranieri (quasi il 40 %) la pena nei paesi d'origine, contrastando l'abuso della carcerazione preventiva, che oggi vede il 40% dei detenuti italiani in attesa di giudizio, cioè innocenti fino a prova contraria, la metà dei quali vengono assolti già in primo grado. E queste sono solo alcune proposte e soluzioni vagliate. Vedremo quali saranno le conseguenze di questa giornata decisiva: to be continued!
(Ilda)

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