sabato 14 giugno 2014

Riforma PA in arrivo



Riforma della Pubblica Amministrazione avviata da Matteo Renzi: articolata in decreto e in ddl su delega. "Non ho preso il 40% per per stare a vivacchiare. Mentre qualcuno passa la giornata a vedere cosa fa un senatore noi stiamo rivoluzionando l'Italia", afferma il premier in conferenza stampa.
I provvedimenti vagliati e varati dal Consiglio dei Ministri sono molteplici: un decreto sulla scuola per assegnare fondi, quote di patto di stabilità, un decreto sul processo telematico amministrativo entro il 2015, il decreto sull’identità digitale, il pin per avere accesso ad un intervento amministrativo: “Ho letto critiche al testo, del tipo che si è snaturato e si è venuti meno agli obiettivi”, afferma Renzi. “Per me gli obiettivi ci sono, poi il Parlamento è sovrano”. Ed ancora, ci sono le norme sul ricambio generazionale, che permetteranno di creare 15 mila posti con la modifica dell’istituto del trattenimento in servizio. Dimezzato il monte ore dei permessi sindacali ed inoltre è stato approvato il taglio del 10% delle bollette energetiche per le imprese. Poi, grazie all’accorpamento delle Camere di commercio e al taglia-bollette, le imprese, in particolare le pmi, pagheranno 2 miliardi di tasse in meno.
Per quanto riguarda l’Autorità Nazionale AntiCorruzione, presieduta da Raffaele Cantone, è previsto che le siano attribuiti i poteri esistenti e anche i poteri dell’Autorità di controllo e vigilanza dei contratti e servizi pubblici. L’Anac potrà dunque, in caso di necessità, proporre un commissariamento ad hoc non dell’azienda, ma di quella parte dell’azienda che svolge un lavoro contestato. Per Expo 2015 nascerà anche il cosiddetto “Open Expo” in cui tutti i dati saranno disponibili online, voce per voce.
Per quanto concerne, poi, il campo giudiziario: “Si è provveduto ad un regime di transizione per evitare che gli uffici direttivi della magistratura e dei tribunali fossero decapitati dalla sera alla mattina”. Ovvero, a decorrere dal primo ottobre 2014 ssaranno soppresse le sezioni staccate del tribunale amministrativo regionale. E verrà soppresso anche il Magistrato delle Acque per le province venete e di Mantova.
Differenti critiche al disegno complessivo sono ovviamente giunte dai vari schieramenti politici dell’opposizione: “Un modo di agire in perfetto stile democristiano. Renzi annuncia provvedimenti enormi, come Monti e Letta, e poi la montagna partorisce il topolino”, ha affermato con la consueta il vicepresidente della Camera ed esponente del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio. La senatrice di Forza Italia, Anna Maria Bernini ha parlato invece di “una delusione: Renzi preferisce cercare nel web le idee che non ha”. Altri hanno parlato di “riforma farsa”, visto che molti dei provvedimenti presentati da Renzi (come i licenziamenti dirigenti) parrebbero già esistere nella cornice normativa che disciplina la Pubblica Amministrazione, grazie alle novità che l’ex ministro Brunetta apportò durante l’ultima legislatura Berlusconi. Un cosa è certa: la riforma della PA risponde ad uno schema collaudato che vede, ogni volta che c’è una crisi economico-politica, i governi italiani annunciare epocali cambiamenti, ammiccando alla vulgata che vorrebbe i dipendenti pubblici come un costo anziché come una risorsa al servizio della comunità. L’atavico problema che si ripresenta di volta in volta. È stato così negli anni ’90, all’epoca della riforma Bassanini partita con il lodevole (inattuato) obiettivo di dividere la politica e l’amministrazione, di rendere più efficienti e meno costosi i servizi ai cittadini e di sostituire la cultura del servizio a quella dell’adempimento formale… ma che ha finito per concentrarsi solo sul contenimento dei costi. La successiva riforma Frattini, riguardante soprattutto la dirigenza, ha poi segnato passi indietro, riproponendo il connubio tra politica/ amministrazione. La riforma Brunetta del 2009 ancor di più ha mirato al taglio dei costi senza però curarsi dei servizi resi, alla gogna mediatica dei dipendenti pubblici e alla deresponsabilizzazione della politica. Al di là delle critiche occorre però verificare se i tanto sospirati cambiamenti, di cui l’Italia ha disperatamente bisogno, si concretizzeranno oppure no, grazie alla buona novella di Renzi. Noi speriamo di si.

(Ilda)

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