Ancora polemiche sulla vexata questio della responsabilità
dei magistrati: a riaprire le danze è stato il ministro della giustizia Orlando
che ha dichiarato: “Sul tema della responsabilità civile dei magistrati non
ritengo che sia configurabile un'ipotesi di responsabilità che preveda la
responsabilità diretta, non perchè abbia a che fare con intoccabilità o
intangibilità del magistrato, ma perchè questo tipo di intervento rischia di
provocare un effetto diametralmente opposto a quello auspicato, cioè una
riduzione delle garanzie all'interno del processo, l'idea di una più forte
burocratizzazione della giurisdizione”. Fondamentalmente per il Guardasigilli
ciò che non funziona nel nostro paese è il “filtro”, perchè inibirebbe di fatto
la possibilità di attivare il meccanismo della responsabilità e di discutere su
quale possa essere il livello congruo della rivalsa sul magistrato, assicurando
che il percorso arrivi a buon fine. “Questo ci chiede l'Europa”, ha giustamente
ribadito, “e può essere un modello che può essere utilizzato complessivamente
nel nostro ordinamento interno, senza la ricerca di sperimentazioni che a mio
avviso rischiano di rovesciare nel contrario di ciò che si dice il risultato”.
A dir la verità, e al di là dell’emendamento Pini, da tempo si attendevano
cambiamenti e riforme radicali sul tema della giustizia, basti pensare alle
innovazioni previste nella riforma a cui sta lavorando da tempo il ministro
Orlando, da presentare entro fine mese. Sicuramente il tema della
responsabilità diretta dei giudici meritava e merita di fatto particolare
attenzione. Ma siamo sicuri che si possa innovare un campo così delicato con un
emendamento approvato mediante voto a sorpresa, senza dare giusto peso e
rilievo alla faccenda? Come precedentemente detto, la legge Vassalli del 1988,
ancora in vigore, che introdusse la responsabilità civile dei giudici soltanto
per i casi di dolo e colpa grave o per diniego di giustizia, con la possibilità
di fare causa allo Stato e non direttamente al magistrato, (salvo la facoltà
dello Stato di rivalersi poi sul magistrato) fu da molti considerata (e
specialmente dai promotori del referendum del 1987 per l’abrogazione delle
garanzie a favore dei magistrati) un tradimento del mandato referendario. Berlusconi
ha provato più volte a modificare la legge negli anni di governo del
centrodestra. Poi sono arrivati i solleciti dell’Europa, secondo cui la
normativa italiana limita eccessivamente la responsabilità civile dello Stato (e
non del singolo magistrato) davanti ai danni causati dagli errori dei giudici
nell’applicazione del diritto comunitario. “Ma non si ripartirà
dall’emendamento Pini”, precisa il Guardasigilli Orlando, che ha definito il
voto della Camera “una grave disattenzione”, parlando di “tentativo rozzo” e di
“autogol”. Si ripartirà, con alcune modifiche, dal disegno di legge presentato
dal senatore democratico Buemi, già in esame alla commissione Giustizia del
Senato. Perché allora non optare per un restyling della legge Vassalli, modificando
il filtro di ammissibilità per i ricorsi del cittadino, che è ora
eccessivamente rigido secondo l’UE? Diverse voci auspicano anche che la
responsabilità del magistrato rimanga indiretta, anche se viene dato per certo
un aumento della rivalsa dello Stato nei confronti del magistrato, che da un
terzo dello stipendio potrebbe essere portata fino alla metà. E
i cittadini potranno chiamare in causa i
magistrati solo in caso di dolo e manifesta violazione del diritto. Rimaniamo
in attesa di ulteriori novità su di un tema fin troppo delicato.
(Ilda)
la verità è ke i giudici non pagano MAI..........è UNa vergogna!!!
RispondiElimina