giovedì 19 giugno 2014

Responsabilità civile dei magistrati: una riforma all'orizzonte ed ulteriori risvolti

Ancora polemiche sulla vexata questio della responsabilità dei magistrati: a riaprire le danze è stato il ministro della giustizia Orlando che ha dichiarato: “Sul tema della responsabilità civile dei magistrati non ritengo che sia configurabile un'ipotesi di responsabilità che preveda la responsabilità diretta, non perchè abbia a che fare con intoccabilità o intangibilità del magistrato, ma perchè questo tipo di intervento rischia di provocare un effetto diametralmente opposto a quello auspicato, cioè una riduzione delle garanzie all'interno del processo, l'idea di una più forte burocratizzazione della giurisdizione”. Fondamentalmente per il Guardasigilli ciò che non funziona nel nostro paese è il “filtro”, perchè inibirebbe di fatto la possibilità di attivare il meccanismo della responsabilità e di discutere su quale possa essere il livello congruo della rivalsa sul magistrato, assicurando che il percorso arrivi a buon fine. “Questo ci chiede l'Europa”, ha giustamente ribadito, “e può essere un modello che può essere utilizzato complessivamente nel nostro ordinamento interno, senza la ricerca di sperimentazioni che a mio avviso rischiano di rovesciare nel contrario di ciò che si dice il risultato”. A dir la verità, e al di là dell’emendamento Pini, da tempo si attendevano cambiamenti e riforme radicali sul tema della giustizia, basti pensare alle innovazioni previste nella riforma a cui sta lavorando da tempo il ministro Orlando, da presentare entro fine mese. Sicuramente il tema della responsabilità diretta dei giudici meritava e merita di fatto particolare attenzione. Ma siamo sicuri che si possa innovare un campo così delicato con un emendamento approvato mediante voto a sorpresa, senza dare giusto peso e rilievo alla faccenda? Come precedentemente detto, la legge Vassalli del 1988, ancora in vigore, che introdusse la responsabilità civile dei giudici soltanto per i casi di dolo e colpa grave o per diniego di giustizia, con la possibilità di fare causa allo Stato e non direttamente al magistrato, (salvo la facoltà dello Stato di rivalersi poi sul magistrato) fu da molti considerata (e specialmente dai promotori del referendum del 1987 per l’abrogazione delle garanzie a favore dei magistrati) un tradimento del mandato referendario. Berlusconi ha provato più volte a modificare la legge negli anni di governo del centrodestra. Poi sono arrivati i solleciti dell’Europa, secondo cui la normativa italiana limita eccessivamente la responsabilità civile dello Stato (e non del singolo magistrato) davanti ai danni causati dagli errori dei giudici nell’applicazione del diritto comunitario. “Ma non si ripartirà dall’emendamento Pini”, precisa il Guardasigilli Orlando, che ha definito il voto della Camera “una grave disattenzione”, parlando di “tentativo rozzo” e di “autogol”. Si ripartirà, con alcune modifiche, dal disegno di legge presentato dal senatore democratico Buemi, già in esame alla commissione Giustizia del Senato. Perché allora non optare per un restyling della legge Vassalli, modificando il filtro di ammissibilità per i ricorsi del cittadino, che è ora eccessivamente rigido secondo l’UE? Diverse voci auspicano anche che la responsabilità del magistrato rimanga indiretta, anche se viene dato per certo un aumento della rivalsa dello Stato nei confronti del magistrato, che da un terzo dello stipendio potrebbe essere portata fino alla metà. E  i cittadini potranno chiamare in causa i magistrati solo in caso di dolo e manifesta violazione del diritto. Rimaniamo in attesa di ulteriori novità su di un tema fin troppo delicato.
(Ilda)

1 commento:

  1. la verità è ke i giudici non pagano MAI..........è UNa vergogna!!!

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