giovedì 23 aprile 2020

Covid19: tra scienza e religione




di Luigi Pistone

Ascoltando e leggendo le varie fonti sono giunto alla conclusione che il mondo scientifico fino a ora brancola nel buio più totale sul da farsi e come sia cominciata tale pandemia. Fino a ora si cerca solo di contrastare i sintomi e curare gli effetti del virus con percentuali non del tutto confortanti. E' il caso dell'utilizzo del tocilizumab che per il momento funziona su 77 casi su 100. Ma lo ripeto non è un vaccino ma un farmaco immunosoppressore, studiato soprattutto per il trattamento dell'artrite reumatoide e dell'artrite idiopatica giovanile sistemica, una grave forma di artrite reumatoide dei bambini. Altro trattamento per i pazienti affetti da Covid-19 è il cosiddetto plasma iperimmune dei pazienti guariti. l protocollo prevede il prelievo del plasma, tramite procedimento di plasmaferesi, da un gruppo di pazienti Covid-19 donatori, la cui guarigione sia accertata da due tamponi negativi effettuati in due giorni consecutivi. Tali donatori hanno quindi sviluppato degli anticorpi contro il virus Sars-CoV-2. Il loro plasma sarà quindi infuso in una serie di pazienti sintomatici tra quelli ricoverati in terapia intensiva. I singoli pazienti saranno sottoposti a un massimo di tre trasfusioni da circa 250-300 ml di plasma in cinque giorni. L’utilizzo di una terapia a base di plasma iperimmune per trattare il Covid-19 è già stato oggetto di sperimentazione in Cina, e in passato tale tipo di terapia è stata usata, anche in Italia, per trattare i pazienti affetti da virus Ebola nel 2014.
L'unico conforto, secondo l'Oms, è che il virus appare stabile (cioè non sta subendo mutazioni rilevanti) quindi nel giro di un paio di anni forse si riuscirà a mettere a punto un vaccino. Se si riuscirà nell'intento occorrerà ancora tanto, tanto altro tempo per produrlo e somministrarlo a tutta la popolazione mondiale. L'argomento farà forse "contenti" tutti coloro che sono convinti che si stia compiendo la profezia di Giovanni (l'apocalisse, che in greco significa "rivelazione". L'ultimo libro del nuovo testamento. Un tomo altissimo, ispirato, estremamente difficile perché tutto avvolto in un simbolismo oscuro) e si stia giungendo alla fine del mondo per lo scontro finale tra dio e il suo angelo che da prediletto è diventato il suo peggior "nemico". In altre parole dalla caduta di Babilonia (l'impero romano) si stia giungendo, per chi crede, al giudizio universale. In questo s'inserisce la profezia di Malachia che ferma "l'orologio" delle nomine dei papa a «Pietro Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine». Il testo non contiene alcuna nuova profezia ed è un semplice memento che, prima o poi, la sequenza dei papi sarà destinata a concludersi. Lo stesso nome, Petrus Romanus, potrebbe non indicare alcuna caratteristica del pontefice e potrebbe significare soltanto "il papa che c'è a Roma". Anticamente, infatti, era bene specificare il papa "di Roma" per distinguerlo da eventuali antipapi scismatici in altre parti d'Europa. Gli eventi descritti, poi, sono gli stessi segnalati nell'Apocalisse, in cui la distruzione di Babilonia, una città appunto costruita su sette colli, precede il giudizio universale. E e la rivelazione di satana durante un esorcismo sulla divisione della Chiesa, l'avvento di un anti-papa e sull'aumento dei non credenti, asserviti soprattutto a ogni genere di vizio. A questo punto vale la pena citare alcune parti della "rivelazione". Al quarto sigillo (vedi immagine) ecco un cavallo pallido: il suo cavaliere è la morte, che la carestia e la pestilenza seminano nel mondo (fosse il Covid19 la nuova pestilenza a cui nessuno riuscirà porre rimedio?)... alla rottura del settimo sigillo Giovanni vede sette angeli con sette trombe... la visione di una donna vestita di sole, con i piedi su un arco di luna, con in capo una corona di dodici stelle: il figlio ch'ella ha avuto le è conteso da un immane drago rosso con sette teste incoronate... in un'altra visione Giovanni vede un uomo incoronato. assiso su una nuvola bianca, con in mano una falce... un cavaliere, avvolto in un manto tinto di sangue e con in mano una spada, sfolgorata tra le nubi su un cavallo bianco... nell'ultima visione Giovanni vede il trono di dio e dell'agnello da cui scaturisce il fiume dell'acqua della vita. In questo caso "mala tempora currunt" per i positivisti-materialisti e per gli atei, mentre per gli agnostici finalmente avranno a portata di mano la verità ai loro dubbi.

Nessun commento:

Posta un commento