Angelo Summa, segretario generale della Cgil lucana: «No a nuovi ospedali,
meglio finalizzare risorse ed energie al potenziamento del personale sanitario.
La nostra emergenza non è strutturale ma organizzativa».
«Credo che al di là di ogni
altra valutazione sia
evidente a tutti
che all’appuntamento con l’emergenza del coronavirus la Basilicata si è
trovata impreparata. Una impreparazione più legata a limiti gestionali e
organizzativi che a carenze di strutture. Invece di concentrarsi a costruire
nuovi ospedali, quando quelli
disponibili sono vuoti e quelli da riconvertire ancora in alto mare, sarebbe
stato meglio finalizzare risorse ed energie al
potenziamento del personale sanitario e delle specifiche professionalità
di cui il sistema sanitario aveva necessità. Ben vengano le mura e i
macchinari, ma occorre chi li sappia gestire. Abbiamo chiesto a più riprese di procedere a
fare le assunzioni di personale medico
e sanitario ricorrendo
alle deroghe e
alle risorse messe
a disposizione dal governo. E
invece il direttore generale dell’ospedale San Carlo ha ben pensato di sguarnire la rianimazione e
la terapia intensiva di anestesisti, dando assenso a comandi in piena
emergenza, nascondendosi dietro alle norme come se la discrezionalità nelle
scelte fosse chiamata in causa solo ad intermittenza. E in tutto questo caos si è anche provato a
scaricare tutte le criticità sul personale
medico della terapia intensiva e rianimazione, chiamando primari in pensione,
di fatto delegittimando gli operatori e creando scompiglio e divisioni interne. Invece di sostenere il proprio personale lo
si è mortificato e umiliato. Gli operatori
sono stati mandati allo sbaraglio senza
adeguati e sufficienti strumenti di protezione individuale, procedendo tardivamente agli acquisti di dpi. Abbiamo dovuto denunciare ogni giorno
l’inosservanza delle più elementari norme
di sicurezza per i dipendenti e per il personale ausiliario e i lavoratori degli
appalti. E di risposte alle nostre richieste ne sono arrivate ben poche. Dirigere
una azienda significa, al contrario, dare risposte e voce al personale e ai
cittadini, non trincerarsi nella torre
di avorio contro tutto e tutti. I fatti rimangono sempre
fatti e non
c’è alcuna azione
intimidatoria e comunicazionale
che possa cambiarli».
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