domenica 11 gennaio 2015

A marzo una nuova giunta per la Basilicata

Prove tecniche per una nuova giunta regionale. In qualche modo lo si sapeva già all’indomani della scelta dei “tecnici” individuati dal presidente dell’esecutivo lucano, Marcello Pittella. Di nomi ne girano tanti, ma i sicuri non vengono pronunciati per evitare di “bruciarli”. Di certo è che il 2015, probabilmente in primavera, sarà la stagione per rafforzare la coesione interna al fine di assicurare un altro governo alla Basilicata. Le decisioni saranno prese tenendo in considerazione una serie di fattori. In primo luogo le prossime elezioni comunali a Matera per la scelta del sindaco. Consultazioni per le quali il Partito democratico sta individuando una soluzione, anche questa all’insegna della continuità e di un rafforzamento del consenso, non dimenticando l’operato del sindaco della Città dei Sassi, Salvatore Adduce. Un dato non rilevato da sondaggi ma da considerazioni tra i democratici che guardano alla possibile disaffezione dell’elettorato. Verso un’alternanza di governo? Sicuramente, leggendo le percentuali dei voti assegnati al partito, è difficile che ciò avvenga. Sul “fronte” regionale oltre ad Adduce si fanno i nomi di Santarsiero e Giuzio. Ma sono solo voci di corridoio che non trovano conferme ufficiali. La scelta degli assessori sarà un’occasione per individuare capacità interne alla Basilicata che hanno già dimostrato di saper governare e che svolgono un funzione politica di grande spessore. All’apparenza un rompicapo per i vertici del Pd. Il passato insegna qualcosa e per quanto possa asserire il celebre aforisma attribuito a Eraclito di Efeso, tutto scorre e nulla permane, le situazioni sono quasi sempre le stesse. Cambiano le persone ma la voglia di affermare un’idea di gestione della cosa pubblica resta la priorità. Anche perché, considerando il fenomeno del M5S, il partito sa quando serrare i ranghi e i risultati usciti dalle urne hanno comunque premiato i dem. Le anime del Pd esistono e fanno parte di una normale dialettica interna che non vuole alterare i principi alla base del partito, ma offrire una propria visione su cosa è meglio per i cittadini. Questa dovrebbe essere la finalità delle azioni degli uomini che svolgono funzioni istituzionali e politiche in una società democraticamente evoluta.
Il Partito democratico, in quanto forza di maggioranza, dovrà anche dimostrare ai lucani di non essere sordo alle voci della piazza. A parte le trivellazioni, ora è ritornata l’idea di smembrare la regione. Un cavallo di battaglia della Fondazione Agnelli e che oggi è diventato il contenuto di una proposta di riforma degli enti locali firmata da due parlamentari dem, Murassut e Ranucci. Il Potentino con la Calabria e il Materano con la Puglia. Un’idea che va a rivedere i principi scritti dai padri costituenti in ragione di un risparmio per la cassa pubblica. I no giungono da piccole regioni come il Molise, mentre i sì sono capeggiati da quelle con milioni di abitanti come il Lazio.

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