venerdì 9 maggio 2014

Elezione sindaco a Potenza: una corsa a tre. Come si vota

A due settimane dal voto a Potenza impazza il toto sindaco. Il confronto politico è acceso tra i vari candidati, ma la “lotta” per lo scranno più importante nel Palazzo di città sembra ridursi a tre contendenti: Cannizzaro, Falotico e Petrone, a meno di sorprese degli altri candidati.
In casa Pd, intanto i malumori non sono stati ancora placati, soprattutto per la nomina d’ufficio di Petrone. Era stato proprio Falotico a chiedere l’indizione della consultazione per lasciare la scelta alla gente, consuetudine bocciata dalla segreteria del partito. Roberto Falotico può contare su una buona fetta di consensi, un po’ meno Michele Cannizzaro. Voti per appartenenza al Pd per Luigi Petrone. Leggiamo gli altri aspiranti sindaco: Dario De Luca, Savino Giannizzari e Giuseppe Di Bello. 
Ma come si vota? Nei comuni con più di 15.000 abitanti,  è il caso di Potenza, si vota con una sola scheda, sulla quale saranno già riportati i nominativi dei candidati alla carica di sindaco e, a fianco di ciascuno, il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano. Il cittadino può esprimere il proprio voto in tre modi diversi: 1 tracciando un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest'ultima appoggiato; 2 tracciando un segno sul simbolo di una lista, eventualmente indicando anche la preferenza per uno dei candidati alla carica di consigliere appartenenti alla stessa lista, e tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata: così facendo si ottiene il cosiddetto "voto disgiunto"; 3 tracciando un segno solo sul nome del Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste a quest'ultimo collegate.
E’ eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50 per cento più uno).
Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio). In caso di parità di voti al primo turno, verrà ammesso al ballottaggio il candidato alla lista più votata (maggiore cifra elettorale) e, in caso di ulteriore parità, verrà ammesso il più anziano di età (gli stessi criteri saranno usati in caso di parità nel ballottaggio).
Al secondo turno viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.
Per stabilire la composizione del consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o l'insieme delle liste collegate al candidato eletto sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60 per cento dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40 per cento dei voti, otterranno automaticamente il 60 per cento dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.

giovedì 8 maggio 2014

Alcol, tra uso e abuso



Nel 2013, il 63,9% della popolazione di 11 anni e più ha consumato almeno una bevanda alcolica nell'anno. Tale quota è stabile rispetto al 2012 ma in diminuzione rispetto a 10 anni prima (68,7%). A scriverlo è l’Istat. «Tra il 2003 e il 2013 la percentuale dei consumatori giornalieri di bevande alcoliche scende dal 31% al 22,7%. Aumenta, invece, la quota di quanti consumano alcol occasionalmente (dal 37,6% nel 2003 al 41,2% nel 2013) e di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti (dal 24,8% al 25,8%). Nel 2013, il 51,6% della popolazione di 11 anni e più che ha consumato alcolici nell'anno beve vino, il 45,3% birra e il 39,9% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori».
Nel complesso, i comportamenti a rischio nel consumo di alcol (consumo giornaliero non moderato, binge drinking, consumo di alcol da parte dei ragazzi di 11-15 anni) hanno riguardato 7 milioni e 144mila persone (13,2%). Secondo l’Istituto nazionale di statistica, rispetto al 2012, si osserva una sostanziale stabilità nell'abitudine ad almeno un comportamento di consumo a rischio, in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata nei due anni precedenti. Una lieve diminuzione nella quota del binge drinking si registra solo tra le donne (che passano dal 3,1% al 2,5%) e tra gli uomini di 45-64 anni (dal 9,9% all'8,1%). A leggere i dati i comportamenti a rischio più frequenti si osservano tra gli ultrasessantacinquenni (il 38,6% uomini e l'8,9% delle donne), tra i giovani di 18-24 anni (il 23% maschi e l'8,6% femmine) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (rispettivamente l'11,7% e l'8,5%).
(fonte Istat)

mercoledì 7 maggio 2014

Potenza: futuro incerto per la Ztl


Zona a traffico limitato a Potenza: una vera mannaia per i negozi di via Pretoria che hanno visto diminuire il fatturato. La Ztl comunque è servita, almeno nel primo anno di sua attivazione, a rimpinguare le casse comunali con le tante multe elevate nelle varie arterie del centro storico. Multe diminuite in modo apprezzabile soprattutto dopo la modifica del 2013 della Ztl, quando i transiti non autorizzati sono drasticamente calati. A proposito del nucleo originario di Potenza corre una riflessione: in fondo non è che racchiuda in sé chissà quali storici tesori architettonici se non fosse per alcune pregiate strutture religiose, come la chiesa di San Michele, e qualcun’altra civile. In ogni caso, per buona pace soprattutto dei commercianti, tutti i candidati a sindaco si sono dichiarati più o meno contrari tanto che l’accesso limitato potrebbe diventare solo un esperimento di pianificazione urbana, per facilitare il traffico pedonale, andato a male. L’avvio della Ztl risale a due anni fa, non mancarono accese polemiche, passa solo un anno e si avvia una procedura di revisione dell’antico progetto, fino ad arrivare alla sua sospensione a tempo determinato. La domanda che si pongono in tanti è sul futuro della tanto contestata Ztl: tornerà? Di Zona a traffico limitato e di videosorveglianza in città si cominciò a discutere fin dal 2008, quando, con un finanziamento di 137mila euro, si progettò l’utilizzo di un sistema di videosorveglianza ambientale integrato con 12 telecamere dislocate in città, collegate alla centrale operativa della Polizia Municipale via cavo o via etere. Le strade interessate sono: via N. Sauro (altezza nuovi uffici comunali), piazzetta di rione Francioso, borgo S. Rocco–corso Garibaldi; viale Marconi-via L. da Vinci (ingresso stadio Viviani); piazza V. Emanuele II (corso Garibaldi-corso XVIII Agosto); piazza V. Emanuele II (corso Umberto I–Via Vaccaro); viale Dante–via Vaccaro; via Bramante–via Vaccaro; via del Gallitello–via Vaccaro; viale del Basento–via Vaccaro; piazza M. Pagano; piazza Matteotti. La videosorveglianza, che comprende anche i varchi, è entrata in funzione il 23 gennaio del 2012 grazie all’attuazione della Ztl, che ha fatto insorgere la gran parte dei commercianti e dei cittadini del centro storico. Attualmente vige l’accesso libero agli autoveicoli dal lunedì al venerdì dalle 13 all’1 di notte, il sabato dalle 11 all’1 di notte e la domenica dalle 6 del mattino sempre all’1 di notte. Nella prima settimana di giugno sarà svelato il futuro della zona a traffico limitato.

(Giulio)

Itrec: un accordo per monitorare la radioattività


La Regione Basilicata, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Arpab), la Sogin e la società di Stato che si occupa del decommissioning degli impianti nucleari, fra cui l’Itrec di Rotondella, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per rafforzare la collaborazione nell’ambito del programma di monitoraggio ambientale. Il progetto, predisposto da Sogin, risponde alle prescrizioni del decreto di compatibilità ambientale (Via), approvato nel 2011 dal ministero dell’Ambiente, per la realizzazione nel sito Itrec di Rotondella di un impianto per cementare i rifiuti radioattivi liquidi, denominati «prodotto finito». L’Arpab deve monitorare sistematicamente la radioattività ambientale. Rientra in quest’attività la valutazione delle operazioni di decommissioning e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, che Sogin sta portando avanti nell’impianto lucano. Con il protocollo Sogin si impegna a consegnare all’Arpab, in comodato d’uso gratuito, un laboratorio mobile per la rilevazione della radioattività ambientale e altri strumenti di misurazione richiesti dall’Agenzia.
All’interno dell’impianto Itrec, Sogin installerà due nuove centraline di monitoraggio radiometrico e climatico dell’ambiente locale con trasmissione diretta dei dati acquisiti all’Arpab.
Le attività previste nell’accordo tra Arpab e Sogin, saranno coordinate da un apposito Tavolo tecnico.
E che dire del trasporto eccezionale super segreto del 29 luglio del 2013. Solo grazie a una nota diffusa a marzo 2014 dalla Casa Bianca finalmente s’è fatta chiarezza sulla vicenda. Quella notte dallo stabilimento atomico lucano, Itrec, uscirono barre di uranio altamente arricchito e di plutonio separato per raggiungere l’aeroporto militare di Gioia del Colle (nel Barese). Il giorno dopo tutta Italia chiese chiarimenti e piovvero le interrogazioni parlamentari. Le risposte del governo furono scarse e vaghe. In apertura del summit sulla sicurezza nucleare dell’Aja gli Usa hanno spiegato che in quel caso è stato trasportato materiale fissile di gran valore economico e bellico. Questo materiale (perfetto per le armi nucleari) è partito da vari impianti italiani, per complessivi 20 chilogrammi. Il materiale lucano «è stato stoccato in modo sicuro e trasportato in container certificati dalle autorità competenti negli Stati Uniti e in Italia». A queste operazioni hanno contribuito anche la Gran Bretagna e l'Agenzia atomica internazionale.

martedì 6 maggio 2014

Lo strano caso del dott. Paolo Ferraro

Alle volte, navigando di qua e di là nell’etere, capita di imbattersi in casi di cronaca davvero singolari, che segnano inevitabilmente la vita politica e giudiziaria del paese, pur non attirando (inspiegabilmente) le luci della ribalta. Eppure, l’eco di certe vicende dovrebbe essere forte, ridondante… ma pochi sono i giornalisti (seri) che alla fine si risolvono ad affrontare l’argomento, che hanno l'ardire di approfondire, quasi come se fosse un tabù. 
E viene da chiedersi perché.
Mi riferisco alla storia dell’ex magistrato della Procura di Roma, il dott. Paolo Ferraro, “Magistrato preparato, attento, scrupoloso e molto affidabile, che ha sempre portato a termine in modo ottimale i suoi compiti”, come lo definivano i suoi colleghi. Costui ha svolto le proprie funzioni fino al 2011 circa, anno in cui si è preso un’aspettativa per infermità di più di un anno (agosto 2011- dicembre 2012), seguita poi dalla delibera di dispensa dalle sue funzioni assunta per motivi di salute dal CSM lo scorso 06.12.2012. 
E fin qui nulla di strano. O quasi, se si va a scavare indietro nel tempo!
Nel 2008, infatti, il dott. Ferraro formalizzava una curiosa denuncia in Procura, asserendo che nella propria abitazione, nel quartiere romano della Cecchignola, quando lui non era in casa, avvenissero rituali satanici, pratiche sessuali in condizioni di ipnosi e sotto l’effetto di sostanze alteranti, che vedevano coinvolti adulti, bambini e, quale vittima posta in stato di incoscienza, la sua compagna. “Si tratta - precisa Ferraro- di modalità e tecniche di manipolazione e condizionamento mentale di varia radice ma anche di ascendenza militare meglio note come operativamente ricollegate al progetto CIA Monarch ed MK.ULTRA”. 
Il tutto veniva suffragata da registrazioni audio ambientali, per altro ad oggi disponibili online e consultabili da chiunque. Cosa si sente in tali registrazioni? Strane cantilene, parole sospirate, voci confuse… quasi come se ci si trovasse nel famoso film di Stanley Kubrick, “Eyes wide shut”.
Presenza fissa in tali registrazioni era ovviamente l'ex moglie del magistrato, che riceveva misteriose visite da parte dei vicini che le intimavano di fare cose, la appellavano con nomignoli strani (quasi nomi in codice) e le inducevano una sorta di trance controllata con “sdoppiamento della personalità”. In breve, la donna sembrava essere stata vittima di una programmazione Monarch e, per sua stessa ammissione, in precedenza aveva fatto parte di una non bene identificata setta segreta che le aveva cagionato non pochi problemi. Dopo aver raccolto numerose registrazioni, Ferraro decideva di rimettere la questione alle autorità competenti e di denunciare al mondo quanto appreso... ma ogni tentativo di ottenere tutela giudiziaria e supporto si rivela vano e controproducente! Presto gli veniva presto imposto un TSO, poi stranamente convertito in ricovero volontario nel maggio/giugno 2009, con forzata assunzione di neurolettici. Infine sopraggiungeva la delibera di dispensa dalle sue funzioni assunta per motivi di salute dal CSM e nel 2013 il ricorso del Procuratore Capo di Roma per la nomina di un amministratore di sostegno che dovrebbe acconsentire in sua vece alla somministrazione di psicofarmaci.
Ma cos’è il progetto Monarch? Di cosa parlava Ferraro? 
In breve: la “programmazione Monarch” è un metodo per il controllo mentale utilizzato da numerose organizzazioni per gli scopi più disparati e segreti, e viene additato come ideale e segreta prosecuzione del cosiddetto progetto "MK-ULTRA", un programma di controllo mentale sviluppato dalla CIA, e testato su militari e civili; tale programma (ufficialmente messo al bando dal governo americano) comprendeva l’utilizzo di elementi del Satanic Ritual Abuse (SRA) e del disturbo di personalità multipla (MPD). In tale metodologia si utilizzava, dunque, una combinazione di psicologia, neuroscienze e rituali occulti per creare all’interno dei pazienti/sottomessi un alter ego che può essere attivato pronunciando l’opportuna parola chiave. Gli schiavi della programmazione Monarch venivano poi utilizzati da varie organizzazioni collegate con l’élite mondiale in settori come: l’esercito, la schiavitù sessuale e l’industria dell’intrattenimento; virtualmente era possibile creare anche il perfetto manciurian candidate, che una volta compiuta la prpria missione non ricordasse nulla. Il controllo mentale Monarch è chiamato in questo modo proprio in riferimento alla famigerata farfalla Monarca, un insetto che comincia la sua vita come un verme (potenziale non sviluppato) e, dopo un periodo nel bozzolo (programmazione), rinasce come splendida farfalla (lo schiavo/a Monarch).
La storia umana, per altro, pare costellata di episodi del genere: basti pensare che finanche nel Libro dei Morti egiziano si fa cenno all’uso dell’occultismo per manipolare la mente. Si tratta di una raccolta di rituali, molto studiato dalle società segrete di oggi, che descrive i metodi di tortura e di intimidazione (per creare un trauma), l’uso di pozioni (farmaci) e il “lancio” di incantesimi (ipnotismo), che provocano totale asservimento dell’iniziato. Nel 20 ° secolo il controllo mentale diviene una scienza a tutti gli effetti: i primi studi sulla metodica del controllo mentale basato sul trauma sono state condotte da Josef Mengele! 
Se tutto ciò fosse vero il nostro pensiero non potrebbe che correre ad altre, presunte ed illustri vittime della programmazione mentale, spesso menzionate nell’etere, come Sara Tommasi, la quale, più volte, ha dichiarato in preda al terrore: “Mi mettono in casa il gas dai bocchettoni. Mi addormento e dormo tantissimo. Mi danno sostanze perché sia più lasciva durante le riprese, dietro ci sono i servizi segreti”. In una intervista rilasciata al settimanale “Diva e Donna” nel febbraio del 2011, Sara affermava di essere stata più volte drogata per diventare un docile oggetto di piacere sessuale ed ha inoltre dichiarato di essere stata impiantata con un microchip capace di controllarla a distanza e di costringerla a comportamenti che lei non desiderava. Vittima di abusi e del lavaggio del cervello da parte dei servizi segreti, al punto da aver manifestato un grave disturbo psicosessuale anche dinanzi alle telecamere, o solo spettacolarizzazione e delirio da stupefacenti?
Ma vi è di più. Paolo Ferraro, come ha più volte riferito nelle interviste rilasciate, durante lo svolgimento delle proprie mansioni avrebbe incontrato Melania Rea nei corridoi della procura di Roma. La donna si trovava in Procura per riferire delle pratiche che si svolgevano all'interno della caserma di Ascoli Piceno e della Cecchignola, da lei definite come: “Basi segrete per la manipolazione mentale, angherie sulle reclute, festini a base di sesso e droghe”.
Ciò detto, senza correre a demonizzare chicchessia o fare del sensazionalismo, lo strano caso del dott. Paolo Ferraro rimane tutt’altro che chiuso e chiarito. Ognuno tragga le proprie conclusioni ed ai posteri l’ardua sentenza!
(Ilde)

lunedì 5 maggio 2014

I numeri della sanità lucana

La Basilicata è tra le prime regioni italiane per “viaggi per la salute”, con una capacità attrattiva per acuti in regime di ricovero ordinario del 16,6%, una percentuale di “fuga” del 23,5% e un saldo negativo di 6,9 punti percentuali. Quanto alla gestione dell’assistenza ospedaliera la regione presenta un tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario pari a 113 per 1.000 (2012), a fronte di un valore medio italiano pari a 120,3 per 1.000. Il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di day hospital è pari a 42,5 per 1.000, mentre la media nazionale è di 43,2 per 1.000. Il tasso standardizzato complessivo di dimissioni ospedaliere (ovvero in regime ordinario e in Day Hospital) è pari a 155,5 per 1.000; il valore medio nazionale è pari a 163,5 per 1.000. Sono alcuni dei dati più significativi - si legge in un comunicato dell'Anisap Basilicata - che emergono dalla undicesima edizione del Rapporto Osservasalute (2013), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Dati – commenta l’Anisap – che riaccendono l’attenzione su cosa fare per accrescere l’attrazione di utenza anche extraregionale delle strutture sanitarie pubbliche e private di eccellenza in attività in regione e che possono abbattere decisamente i costi del Servizio sanitario regionale per i “viaggi per la salute”. Di fatti dall’analisi sulla “salute” del Sistema sanitario regionale emerge tra le performance economico-finanziarie che nel 2012 in Basilicata il rapporto spesa/Pil è pari al 10,04% (valore medio italiano 7,04%). Proprio per evitare liste di attesa e di incrementare l’emigrazione sanitaria – aggiunge la nota – il Servizio sanitario regionale ha accreditato alcuni Centri che sono in grado per attrezzature-strutture, professionalità e competenze specifiche di svolgere test genetici e consulenze in attuazione dei P.A.C. (Percorsi assistenziali complessi). Secondo l'’Anisap, nell’ambito delle proposte presentate al dipartimento Salute per la definizione dei criteri di erogazione delle prestazioni e dei controlli di congruità e per l’istituzione di protocolli terapeutici necessari alla definizione dei Pac, oltre che per il diabete, anche per altre patologie quali ipertensione arteriosa, malattie dell’apparato cardiocircolatorio oculistica (cataratta e glaucoma), la genetica e altro ancora, corre l’esigenza di accrescere l’attività sul territorio e di affiancare le strutture pubbliche con Centro esterni accreditati, sotto la programmazione strategica del servizio pubblico.