giovedì 17 luglio 2014

E' una tedesca!



Di recente è apparsa in televisione una campagna pubblicitaria di un famoso brand automobilistico tedesco la cui testimonial è Claudia Schiffer. E fin qui “nihil novi “ sotto questo cielo… se non fosse per il velato sarcasmo e per l’esasperata esaltazione delle capacità costruttive ed ingegneristiche “germaniche” che traspaiono dallo spot. “It’s a german!”, esclama infatti la modella a gran voce e con aria di tracotanza, quasi a sottolineare che “trattasi di un prodotto come si deve, non robetta italiana o di chissà quale altro paese”  (considerando che in quasi tutti i paese membri dell’UE si producono automobili e non solo). Ma davvero queste macchine “germaniche“ sono così formidabili? Pur ammettendone il pregio e le alte prestazioni, di fronte ad un simile spot ci si chiede se si tratti solo di marketing pubblicitario o di velato razzismo. Mi spiego: l’atteggiamento, il tono della modella suona quasi come un rimprovero sarcastico volto a sottolineare la superiorità tedesca in ogni ambito e settore, ed in particolar modo in quello politico ed economico. “Solo noi sappiamo fare le macchine, i bilanci e trainare le sorti dell’Unione!”, sembra cinguettare allegramente la Schiffer mentre posa davanti alle telecamere.  Se consideriamo che la Germania si è più volte indebitamente intromessa nella politica italiana, imponendo dall’alto riforme e l’adozione di provvedimenti  specifici, per altro di esclusiva pertinenza governativa nostrana, il messaggio dello spot in questione suona ancora più disturbante. Perché ciò inevitabilmente ci fa sentire colonizzati, un paese satellite le cui sorti sono in mano alla Merkel ed alla troika. Per altro, giova sottolineare come un gruppo tedesco (Lamborghini di proprietà dell’Audi) produca nel nostro paese auto di lusso rivendute in tutto il mondo, senza nulla avere da insegnare a noi italiani! Risulta difficile parlare, dunque, di integrazione tra paesi dell’UE se permangono barriere sociali, economiche e culturali di questo tipo, che si manifestano anche in un semplice spot pubblicitario di un’auto. L’Europa a più velocità è un fatto, una realtà incontestabile: ma sottolineare ed esasperare pregi e difetti di uno stato equivale a fomentare razzismi, stereotipi e pregiudizi. Ed a questo punto, sarebbe forse opportuno invitare i consumatori italiani ad acquistare auto nostrane e a non foraggiare il mercato straniero. “I tedeschi prendono tutto sul serio?”: anche i nostri ingegneri e metalmeccanici, se è per questo! E noi ci teniamo le nostre italiane!
Ilda & Smilzo

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