Spostare, dunque, 800 persone dalle proprie case, per non
soffrire più del cattivo odore emesso da chissà quali sostanze, smaltite e
stoccate più o meno legalmente al Tecnoparco.
“Trovo che sia un po’ strano che dalla Val d’Agri si portino le acque nere
in questi impianti con il risultato che a Pisticci si sta male a cause delle
puzze, mentre l’Eni butta via 40 milioni di euro all’anno per fare questo
trasporto, quando sarebbe più semplice, come avviene in tutte le parti del
mondo, reiniettarle nei pozzi, assicurando una vita più lunga ai pozzi medesimi”,
ha dichiarato Mucchetti, “Qui c’è un problema di sostenibilità degli odori.
Abbiamo fatto il nostro giro, li abbiamo sentiti, è una situazione sgradevole.
Allora facciamo due conti: le case nel quartiere valgono poco e niente. Quanto
costa costruire più o meno altrettante abitazioni da un’altra parte? Non molto.
Il problema si risolverebbe alla radice e abbastanza alla svelta. Pisticci
Scalo non è il rione Tamburi di Taranto, con 25 mila anime. Qui è facile, ci
sono 6-7-800 persone: si può fare, non avrebbe un costo elevato. Anzi il costo
potrebbe essere sostenuto un po’ da tutti, anche dalle industrie, anche dalle
stesse famiglie. Questo sarebbe un modo concreto di affrontare una parte del
problema”.
Di diversa opinione è invece il senatore lucano del M5S,
Vito Petrocelli, il quale auspicherebbe lo stop alle trivellazioni in
Basilicata ed aborrisce l’idea delle reiniezione dei reflui.
Ma la nostra regione sembra destinata ad un grande progetto
di sfruttamento intensivo, è la Eldorado petrolifera: “C’è tanto petrolio e gas
da tirar fuori, di più di quello che si tira fuori adesso, sarebbe saggio
aumentare la produzione, aumentare le royalties che vanno alla comunità lucana
e spenderle meglio di come sono state spese finora. Usare queste royalties come
volano per fare investimenti produttivi veri, adatti al territorio, sostenibili
dal punto di vista ambientale”, afferma Mucchetti.
Il Comitato Pisticci Scalo Pulita ha invece chiesto la
delocalizzazione degli impianti di trattamento, così come il sindaco di
Pisticci: “Chiediamo che vengano sospesi i flussi di reflui rivenienti dalla
val D’Agri. E, soprattutto, vogliamo sapere da Potenza cosa vuol fare
politicamente della Valbasento. Finora non sono arrivate risposte. Se poi dal
punto di vista istituzionale non riusciremo a cavare un ragno da un buco,
allora va da sé che faremo quello che abbiamo fatto l’altra sera”.
Rimane da chiedersi quali sarebbero le devastanti
conseguenze ambientali, territoriali e sulla salute che patirebbero gli
abitanti di tutta la regione qualora raddoppiassero le attività estrattive sul
territorio. Ai posteri (e neanche tanto lontani) l’ardua sentenza.
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