Ha una fama sinistra ma la fatwa, o fatawi al plurale, in fondo, è solo un codice di comportamento quotidiano e non è obbligatorio rispettarlo. Per avere valore deve uscire dalla bocca di un'autorità religiosa, ma in troppi, hanno denunciato alcuni analisti algerini, si attribuiscono un ruolo nell'Islam e si sentono autorizzati a dettare legge a caso. Le palle di neve. Le fatawi vietano gadget, oroscopi, la riproduzione di cd e dvd. Per non dire del nuovo profumo «Victoria's Secret: Strawberries and Champagne» ritirato dal governo dagli scaffali di Doha senza bisogno di una fatwa perchè «va contro le abitudini, le tradizioni e i valori religiosi del Qatar». Ma in questi anni abbiamo visto anche di peggio. É l'ultima in ordine di apparizione: vietato costruire pupazzi di neve in Arabia Saudita, fatwa dell'imam Mohammad Saleh Al Minjed. Dice che realizzare uomini o animali di neve è contrario all'Islam. Unica eccezione, riporta Gulf News , i pupazzi di neve raffiguranti soggetti inanimati cioè navi, frutta o case. La reazione però è stata piuttosto gelida. I pokemon. Pikachu, Meowih, Bulbasaur, sono stati accusati di complotto giudaico-massonico, e messi al bando dallo sceicco saudita Yusuf al-Qaradawi, ideologo dei Fratelli musulmani. Vietata la loro vendita in tutta l'Arabia Saudita. I Pokemon, sentenzia la fatwa, si sono coalizzati per far diventare ebrei i musulmani. Bastasse un cartoon. I tatuaggi. Fresca anche questa. La Direzione Affari Religiosi di Turchia guidata dal Gran Mufti Mehmet Gormez, principale autorità religiosa islamica del paese, ha emesso una fatwa contro i tatuaggi: «Allah ha maledetto coloro che cambiano il loro aspetto creato da Dio». Spacciati Materazzi e Belen. Il calcio. La fatwa dello sceicco Abdallah Al Najdi si basa sul principio che vieta ai musulmani di imitare cristiani ed ebrei. Si può giocare ma con regole diverse: niente linee bianche in campo, niente squadre di 11 giocatori, porte senza traverse, chi grida gol va espulso e niente arbitro perchè superfluo. Come del resto nel nostro campionato. I croissant. Ad Aleppo una commissione sulla sharia ha emanato un editto religioso contro il consumo di croissant, considerati il simbolo della colonizzazione dell'Occidente. Il babà invece va bene ma solo se si chiama alì. La chat. Chi chatta online attraverso i social network con persone dell'altro sesso commette peccato. Lo stabilisce la fatwa dello sceicco Abdullah al-Mutlaq, membro della Commissione saudita degli studiosi islamici. Poi hanno fatto retromarcia: si riferiva a un caso isolato da non generalizzare. Il rock. L'ha decisa in Malaysia la Commissione del consiglio per gli affari islamici secondo la quale la musica rock va spenta perché fa male allo spirito. E c'è una variante, il black metal, che essendo dominata dall'immaginario occulto, ha il potere di traviare e stravolgere le anime dei giovani musulmani. Il liscio non si sa. Il sesso. Fare l'amore si può. Ma non nudi. «Esserlo durante l'atto sessuale invalida il matrimonio» la fatwa imposta dallo sceicco Rashar Hassan Khalil. Non tutti sono d'accordo. Il presidente del comitato delle fatwa di alAzhar, Abdullah Megawer, ha corretto, come si suol dire, il tiro: nudità ammesse, ma a patto che i partner non si guardino. La bicicletta. A lanciarla è stata la guida suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah Ali Khamenei in persona: proibisce nel modo più assoluto la bici alle donne iraniane. Il cane. Nonostante sia per l'Islam un animale impuro, il cane è molto diffuso come animale domestico in Iran. Così il grande ayatollah Nasser Makarem-Shirazi ha emesso la sua fatwa: «Non c'è dubbio che il cane sia un animale immondo». Pur ammettendo che il Corano non dice nulla in proposito. Lo yoga. Oltre 10 milioni di persone hanno partecipano in India a una lezione di massa di yoga per il Guinness dei Primati. La cosa però non è piaciuta ai vertici religiosi musulmani di Bhopal che hanno lanciato una fatwa per condannare l'esercizio come «antislamico» e «pagano» per il riferimento al dio Surya. La festa di compleanno. Celebrare compleanni e anniversari di nozze non può avere spazio nell'Islam. Lo dice il Gran Muftì dell'Arabia Saudita, Sheikh Abdul Aziz Al-Alsheikh. «Un musulmano dovrebbe solo ringraziare Allah se i suoi figli stanno bene e se la sua vita matrimoniale è buona». Le classiche nozze con i fichi secchi. L'eclisse. Una fatwa lanciata dal gran mufti d'Egitto proibisce ai musulmani di osservare l'eclissi. «Mette in pericolo la vista dell'essere umano e poiché l'islam proibisce all'uomo di mettere in pericolo la sua vita è peccato guardare l'eclisse». E con questa siamo al buio pesto.
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giovedì 22 gennaio 2015
domenica 11 gennaio 2015
Islam e Occidente: occorre maggior dialogo
I fatti di Parigi indignano tutti. E’ stato compiuto un attentato alla libertà e alla democrazia. Conquiste raggiunte con il sangue di generazioni. Ora più che mai è necessario difendere istituzioni consolidatesi nel tempo con gli strumenti propri di una civiltà evoluta, siano essi culturali o di repressione quando viene violata la legge. L’islam viene guardata con sospetto perché nell’immaginario collettivo rappresenta un pericolo e diventa difficile distinguere il musulmano buono da quello cattivo. Occorre evitare derive isolazioniste e puntare sull’integrazione per facilitare la convivenza di idee diverse sotto lo stesso cielo. E’ lapalissiano che il dialogo interreligioso venga preso nella sua accezione di positività, a patto che vengano rispettati i convincimenti di un uomo che ha abbracciato una fede. Nel mondo occidentale di oggi sono ammesse solo religioni di pace. Una vera controversia etica e morale. A questo punto occorre una riflessione: quanti secoli ci sono voluti all’Occidente cristiano per fare outing su quanto fatto in nome di Dio? Inutile ricordare eventi storici che hanno condotto la Chiesa verso infimi gradini della civiltà e rappresentanti le bassezze umane. Oggi lo stesso occidente a guida laica e non sottomessa a poteri religiosi continua a uccidere con l’intervento diretto, quando lo si fa sul “campo”, o indiretto, quando si tratta di forniture di armi da fuoco (e nella lista ci sono anche la Russia e la Cina). Se l’intervento armato è necessario per motivi umanitari diventa indifendibile se è mirato a garantire a uno o più Stati ad esempio, l’approvvigionamento petrolifero necessario (è il caso della guerra in Iraq). Tutto ciò non giustifica atti estremisti ma induce a una riflessione su quanto sia difficile individuare un percorso di pace che garantisca a tutti libertà intoccabili e soprattutto il rispetto della vita. L’islam è una religione più “giovane”, non per questo giustificabile se in nome di essa si arroga il potere di vita o di morte di una vita umana e di un’idea, e si sta insinuando tra le pieghe del processo di secolarizzazione che sta vivendo la Chiesa traendone spazi di affermazione per i suoi precetti. Ora tocca ai rappresentanti dell’Islam fare chiarezza e garantire la pacifica convivenza tra credi diversi, prendendo le distanze dall’Isis e dagli altri movimenti terroristici. E perché no: permettere l’edificazione di case di culto in Arabia. Un sogno impossibile. Infine, a chi afferma che i vignettisti di Charlie se la sono cercata sbaglia e contribuisce a tentare di cancellare la parola libertà. E non mi sembra nemmeno il caso di citare Voltaire per affermare un’idea che è ormai nel dna del mondo culturale libero.
XX2
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